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CONTRATTI SANITA', RINVIO ALL'8 MAGGIO

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Il Ministro della Salute ha rimandato all’8 maggio Cgil, Cisl e Uil per definire la questione degli accordi contrattuali scaduti nel 2001 e non ancora rinnovati per medici e dirigenti sanitari. Nello stesso giorno le tre sigle presenteranno un programma di mobilitazione comprendente 48 ore di sciopero e una manifestazione nazionale il 19 maggio. Le organizzazioni sindacali di categoria ANAAO ASSOMED, CIVEMP, FESMED SNABI SDS e UMSPED hanno proclamato già dal 16 aprile lo stato di agitazione e minacciano lo sciopero nel caso in cui non si giunga ad una soluzione su: chiusura code dei contratti collettivi di lavoro scaduti da 16 mesi; avvio delle procedure per il rinnovo dei Contratti della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria con la certezza dei finanziamenti previsti dall’accordo Sindacati-Governo del 6 febbraio 2002;soluzione del problema dello stato giuridico dei dirigenti medici, veterinari e sanitari dipendenti dal Ministero della salute ancora in attesa, ormai da 6 anni, della definizione del contratto 1998/2001;inquadramento, nella dirigenza medica, dei medici dipendenti dall’INPS-INAIL; attivazione di un tavolo di concertazione a tre: Governo, Regioni e Organizzazioni Sindacali in ordine a possibili modifiche dello stato giuridico della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria;emanazione del DPCM ex articolo 34 della Legge 289/2002 (Finanziaria 2003) contenenti criteri per le assunzioni a tempo indeterminato, per dare certezza ai posti di lavoro e con la contestuale regolamentazione dei contratti libero professionali da riservare alle sole situazioni di emergenza. Il Comitato di settore del comparto sanità ha elaborato uno schema di Atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale 2003/2005 dell’area medica e veterinaria che già lascia intravedere una latitanza dei fondi che i sindacati giudicano “minimali” per sedersi al tavolo delle trattative: le Regioni infatti coprirebbero fino al 4,62% del 5,66% di aumenti previsti per il biennio 2002/2003 e la differenza sarà disponibile solo se la darà il Governo. In sostanza, il contratto garantirà le risorse fondamentali legate all’inflazione, il resto servirà alla contrattazione integrativa. Sulla libera professione l’Atto prevede che l’attività libero professionale venga svolta in conformità con l’articolo 53 del Dgls 165/2000 e che i dipendenti non possono svolgere incarichi retribuiti non autorizzati dall’amministrazione di appartenenza. In caso di inosservanza del divieto il compenso dovuto per le prestazioni svolte deve essere versato nel conto dell’entrata del bilancio dell’amministrazione di appartenenza. Non sono considerate incompatibili: le prestazioni per attività giornalistica, la partecipazione a convegni, incarichi per i quali è previsto solo il rimborso delle spese documentate, incarichi per organizzazioni sindacali a dipendenti distaccati o in aspettativa non retribuita, incarichi in regime di aspettativa o fuori ruolo. (Il Sole 24 Ore Sanità)