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TOTALIZZAZIONE IN G.U. IL REGOLAMENTO

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Sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 80 del 5 aprile è stato pubblicato il decreto 57/2003, che disciplina l'articolo 71 della legge 388/2000. Chi ha raggiunto (in tutte le gestioni interessate) i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, senza aver conseguito in base ai versamenti effettuati il diritto a un assegno autonomo in alcun fondo, potrà chiedere la totalizzazione dei contributi. La possibilità è aperta anche a superstiti e candidati ai trattamenti di inabilità. Il regolamento è una prima risposta alla sentenza della Consulta 91/99, secondo cui è incostituzionale la mancanza di un'alternativa alla ricongiunzione onerosa dei contributi, là dove non si raggiunge il diritto alla pensione in alcuna delle gestioni. Contro il regolamento si è sempre pronunciata l'associazione delle Casse di previdenza privata, l'Adepp. Il presidente dell'organizzazione, Maurizio de Tilla, ha infatti denunciato la misura come destabilizzante per gli equilibri finanziari degli enti. E ora che il decreto è "ufficiale", de Tilla annuncia il ricorso al Tar. «L'Adepp - afferma il presidente - l'ha già deliberato. Il decreto è incostituzionale e illegittimo, poiché calpesta l'autonomia delle Casse, non lasciando loro la possibilità di decidere modalità di calcolo e di corresponsione dei trattamenti. Inoltre, è assurdo che si accolli l'integrazione al minimo all'ente che deve corrispondere la quota di pensione di importo maggiore. Allo stesso tocca anche il pagamento dell'intero assegno, anticipando il dovuto dalle altre gestioni». Tuttavia, il regolamento è destinato a vita breve. Lo conferma il Presidente dell’ENPAV Alessandro Lombardi e lo ribadisce il sottosegretario al Welfare, Alberto Brambilla, che si sta adoperando per trovare una soluzione al problema-totalizzazione attraverso il confronto con le Casse e i professionisti. Nella riforma dovrebbe, infatti, essere disciplinata, senza alcun bisogno di decreti attuativi, la nuova totalizzazione, che permetterà di cumulare tutti i periodi di contributi oltre una certa soglia (si parla di cinque anni). Il calcolo delle prestazioni, spiega Brambilla, avverrà secondo il metodo contributivo con coefficienti di rivalutazione pari all'effettivo rendimento conseguito dalle Casse. Inoltre, dovrebbe essere previsto un "premio" per quanti vantino periodi contributivi lunghi. «D'altra parte, la totalizzazione - commenta Brambilla - dovrà aprire la strada a una riforma radicale: è necessario che le Casse adottino, al più presto, il contributivo pro-rata per commisurare le prestazioni ai contributi versati».