• Utenti 12
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31564

SIRCHIA, DDL INTRAMOENIA A MARZO

Immagine
Le norme sull' esclusivita' di rapporto dei medici con il servizio sanitario nazionale non hanno permesso di raggiungere gli obiettivi di risparmio per la sanita' pubblica e di riduzione delle liste di attesa. Il giudizio e' arrivato dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia, durante un' audizione in commissione Affari Sociali della Camera sull'applicazione di questa parte della riforma sanitaria. In sostanza, secondo quanto emerge dalla relazione del ministro consegnata ai parlamentari, le norme sono state applicate a macchia di leopardo con costi elevati e con abusi. Il ministro non ha anticipato ai parlamentari le novita' che saranno contenute nel ddl (sara' questa la natura del provvedimento come anticipato dal sottosegretario alla salute, Cesare Cursi) che sara' presentato entro i primi di marzo e che riformera' le norme approvate nella legge Bindi. Tuttavia Sirchia ha spiegato che e' necessario ''semplificare la normativa e le procedure sull' attivita' libero professionale intramuraria allargando se necessario le possibilita' di esercizio professionale, ma con chiare e non eludibili limitazioni, in modo da consentire al sanitario maggiori spazi per l' esercizio professionale e al cittadino un' offerta di prestazioni e servizi a tariffe calmierate''. Gia' in questa settimana partiranno, ha spiegato il senatore Cursi, le consultazioni con gli operatori e gli incontri con le rappresentanze dei partiti per raccogliere le indicazioni prima della scrittura definitiva del testo. Il provvedimento per il momento non dovrebbe contenere molte novita' al di fuori di quelle gia' uscite nelle indiscrezioni dei giorni scorsi. La riforma prevedera' quindi la reversibilita' della scelta fra Intramoenia ed Extramoenia per i medici del servizio pubblico e nessuna limitazione di carriera per chi decidera' di lavorare al di fuori della struttura per la quale opera. Cio' vuol dire che i medici non fedeli al servizio pubblico (quelli cioe' che decideranno di lavorare non solo per l'azienda sanitaria di riferimento) potranno comunque mantenere il grado di primari. Ai camici bianchi verra' anche imposto il limite di 70 anni per l'eta' pensionabile con una deroga per i medici universitari che potranno restare a lavorare fino a 72 anni anche se nell'ultimo biennio si dovranno occupare solo di ricerca e docenza. Il disegno di legge non dovrebbe contenere altre norme al di fuori di quelle sui medici. Le nuove disposizioni che il ministro aveva infatti annunciato per limitare il potere dei manager delle Asl non arriveranno quindi con la riforma dei medici.(ANSA).