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BSE, 88° CASO. A GIUGNO LA FIORENTINA

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Il ministero della Salute ha reso noto che l'Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino, Centro di referenza nazionale per la Bse, ha confermato la positivita' ai test per la Bse di un bovino femmina, proveniente da un allevamento nella provincia di Cremona. Salgono cosi' a 88 i casi di encefalopatia spongiforme bovina in Italia (diagnosticata in fase pre-clinica, di cui due non autoctoni) su oltre un milione di analisi effettuate finora per verificare la presenza del cosiddetto morbo della mucca pazza. Il primo caso venne constatato nel 2001, dopo i test obbligatori disposti dall'Ue. Il primo contagio umano si è avuto l'anno scorso, con una giovane donna in Sicilia. Il morbo della mucca pazza in tre anni ha messo in ginocchio il settore bovino in mezza Europa. Solo in Italia i danni hanno superato i 2 miliardi di euro e le vendite di carne sono crollate del 28-30%. Intanto, le autorità di Bruxelles hanno dato il via libera al ritorno sul mercato della bistecca fiorentina. "Speriamo che questa sia la volta buona"- ha commentato il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno a metà gennaio. "Finora il Comitato tecnico scientifico ha rinviato il problema di sei mesi in sei mesi e c'è stata sempre l'opposizione dei Paesi del Nord. Adesso dovrebbe essere la volta buona: a giugno non dovrebbero esserci più alibi".
L'alt alla famosa bistecca italiana era scattato il 31 marzo del 2001 con la decisione dei Ministri Agricoli Ue di vietare i tagli di carne vicini alla colonna vertebrale di bovini con oltre 12 mesi. Una misura imposta dall'emergenza bse, "Gli ultimi controlli Ue hanno dato risultati rassicuranti - replica indirettamente Anna Bartolini, leader dei consumatori italiani in Europa -ma di qui a dire che possiamo dormire sonni tranquilli, ce ne corre. La scienza non ha ancora tutte le risposte sulla bse. Servono più controlli anche se l'anagrafe bovina, pur con molte lentezze, ha segnato un passo avanti".