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ANMVI: NO ALL’OBBLIGO ONAOSI

Secondo l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) l’estensione della contribuzione ONAOSI ai liberi professionisti è ingiusta e inapplicabile. “L’Onaosi – ha dichiarato il presidente dell’ANMVI Paolo Bossi - è una fondazione privata e come tale non può obbligare i liberi professionisti ad una contribuzione che, per quanto lodevole e nobilissima nelle sue finalità, non può che passare per decisioni di tipo esclusivamente volontario. Sul provvedimento abbiamo chiesto un confronto con i Ministeri competenti e abbiamo dato incarico ai nostri consulenti di verificare la costituzionalità dell’estensione della contribuzione obbligatoria all’Onaosi ai liberi professionisti”. In base alla Finanziaria 2003, che estende anche ai liberi professionisti la contribuzione obbligatoria, l’Onaosi passerebbe dagli attuali 130.000 ad oltre 450.000 contribuenti. Sabato prossimo i vertici della Fondazione si riuniranno per definire la misura e le modalità di versamento del contributo. L’Onaosi sino a oggi ha potuto contare su due tipi di contribuenti: quelli obbligatori, dipendenti della pubblica amministrazione, che sono circa 123mila, e quelli volontari che ammontano a poco meno di 3mila. La contribuzione, per i sanitari dipendenti è dell’1,35% dello stipendio base, con esclusione di tutte le voci retributive accessorie. Per i contribuenti volontari l’importo annuo varia dai circa 150 euro per i più giovani ai 250 euro per chi ha un’anzianità di iscrizione all’Ordine superiore ai 15 anni. Le finalità istituzionali della Fondazione si sono mantenute nel tempo e consistono nel sostenere, educare e istruire i figli (e non più solo gli orfani) di medici e odontoiatri, veterinari e farmacisti. L’Opera assolve ai compiti mediante l’ammissione nei propri Istituti e collegi e nei centri di studio universitario, ma anche con erogazioni in denaro a carattere ordinario e straordinario. L’ampliamento della base contributiva consentirà di potenziare le iniziative a carattere assistenziale rivolte ai sanitari anziani, con la realizzazione di case albergo per autosufficienti e residenze assistite per sanitari non autosufficienti.