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SANITARI: ABILITAZIONE E VERIFICHE

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Le professioni sono oggetto di legislazione concorrente fra Stato e Regioni. Lo dice l’articolo 117 della Costituzione e lo sanno bene gli esperti della Commissione Vietti, incaricati di produrre entro dicembre un progetto di legge sulla riforma di tutte le professioni. Ma sulle professioni sanitarie i giudici del Consiglio di Stato hanno precisato che la loro identità e i loro requisiti (titoli, competenze, e contenuti) sono inderogabilmente definiti dallo Stato. E allora ci pensa il Ministero della Salute, in base ad una delega al Governo per le professioni sanitarie.
L’assunto del Consiglio di Stato è stato quindi ripreso dal MinSal nella presentazione di un nuovo disegno di legge destinato a “revisionare” nell’arco di due anni la disciplina delle professioni sanitarie.
Nove i cardini del testo: definire con uno o più decreti legislativi i principi fondamentali delle professioni sanitarie; recepire i profili già individuati nel Dgls 502/1992; individuare le nuove professioni in base a criteri di “sicura scientificità”; prevenire gli abusivismi fissando i campi di attività; determinare i contenuti minimi del percorso formativo per assicurare i livelli essenziali delle prestazioni; sviluppare convenzioni per i percorsi formativi; disciplinare modi e tempi per subordinare l’esercizio professionale al titolo di abilitazione rilasciato dopo l’esame di stato; sottoporre l’abilitazione a verifica periodica secondo le norme sull’Ecm; registri regionali separati per le professioni senza albo.
Il provvedimento, conforme all’ordinamento vigente, nazionale e comunitario, dovrà acquisire il parere delle categorie interessate e della Conferenza Stato-Regioni.