• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295

TRACCIABILITA' E VETERINARIO AZIENDALE

Immagine
La definizione di tracciabilità non può essere ricondotta ad una semplice identificazione degli animali (anagrafe bovina), requisito fondamentale, ma non sufficiente a fornire garanzie ed informazioni sui fattori produttivi e sulle verifiche effettuate, in grado di condizionare la qualità igienico-sanitaria dei prodotti. Le garanzie di un elevato grado di sicurezza alimentare dipendono quindi da una corretta gestione dei rischi legati ai processi produttivi, basata su un effettivo e documentato impegno di controllo delle fasi critiche, con dimostrazione di trasparenza ed efficacia. Si tratta di ridefinire un sistema di sorveglianza sulle filiere degli alimenti di origine animale che consenta di ottenere dati credibili sui processi produttivi per la programmazione degli interventi sanitari basati sull’analisi del rischio e su una efficace e corretta comunicazione nei confronti dei consumatori. I punti critici su cui concentrare l’attenzione oltre alla provenienza dei prodotti alimentari, degli animali o delle materie prime, sono i seguenti: - alimentazione degli animali: l’impiego di sottoprodotti provenienti dalle attività industriali più diverse, spesso importati da Paesi Terzi, per integrare la dieta degli animali da reddito rappresenta una delle principali fonti di problemi per la sicurezza alimentare. - farmaci, vaccini, promotori di crescita: i trattamenti effettuati sugli animali per il controllo delle malattie possono essere causa di effetti indesiderati se non gestiti sotto la stretta sorveglianza di medici veterinari. - il benessere animale: occorre individuare parametri oggettivi di valutazione del benessere animale riconducendo il dibattito pubblico ad un confronto tra etica e dati razionali rifuggendo dalle utopie e dai luoghi comuni. Per il nostro Paese, caratterizzato da una concentrazione di aziende agro-alimentari con una produzione di prodotti tradizionali, tipici e di pregio, l’esigenza di fornire garanzie di sicurezza per il cittadino rappresenta una sfida per la sopravvivenza rispetto alle predominanti tendenze di globalizzazione. Una tracciabilità prevalentemente merceologica, limitata ad un’etichettatura riportante esclusivamente informazioni di provenienza, non risponde all’obiettivo. E’ pertanto necessario lavorare ad una vera tracciabilità sanitaria che, con la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nelle filiere alimentari sia in grado di analizzare i fattori di rischio proponendo modelli produttivi e di verifica in grado di controllare tali rischi. In tale contesto occorre sottolineare la centralità della medicina veterinaria, nella duplice veste pubblica e privata, dispone di tutte le competenze necessarie a svolgere un ruolo di garante sulla sicurezza degli alimenti di origine animale in tutti i processi produttivi della filiera agroalimentare. In particolare la nuova figura professionale del veterinario “riconosciuto” o “aziendale”, che alcune regioni stanno introducendo ed il Ministero della Salute sta valutando, avendo la responsabilità sanitaria dell’allevamento, assumendosi non soltanto i compiti della veterinaria privata ma anche competenze delegate dalla veterinaria pubblica, darà la massima garanzia della gestione sanitaria dell’azienda zootecnica. (Comunicato Stampa ANMVI 22/10/02)