Per sua stessa ammissione, la dottoressa Imma Abbronzino, libero professionista di Napoli, non si ritiene autrice di nessuna scoperta, né si definisce omeopata. L’articolo pubblicato martedì scorso dal quotidiano Il Nuovo, che le attribuiva la scoperta di una nuova cura per la leishmaniosi, non cambia lo stato dell’arte. La stessa dottoressa Abbronzino ne è venuta a conoscenza nella tarda serata di martedì scorso. Informata da amici Colleghi del dibattito involontariamente acceso all’interno della Categoria, Imma Abbronzino spiega ad @nmvi Oggi: “ Non ho scoperto nessuna cura. Nel caso in questione mi è stato richiesto dalla giornalista, proprietaria di un cane ammalato di leishmaniosi, di ricorrere ad una terapia alternativa e poiché ho avuto buoni risultati in passato, l’ho fatto. Propongo la medicina alternativa soltanto se mi trovo di fronte ad un cliente che è disposto e sensibile alle cure alternative. Ho quindi effettuato una terapia non convenzionale con il consenso della cliente. Utilizzo prodotti omeopatici pur non reputandomi una omeopata. Semplicemente mi baso sui testi esistenti di medicina non convenzionale. Il mio primo caso di successo –prosegue Abbronzino - è stato un cane che nessuno aveva curato prima per leishmaniosi. Il proprietario mi ha chiesto una cura alternativa. Dopo quindici giorni dalla terapia non convenzionale si era dimezzato il titolo che era di 1:2.560 e i sintomi esterni non c’erano più. Da lì mi sono detta che poteva funzionare e ho provato anche in altri casi. Non escludo l’efficacia della cura tradizionale, ma poiché la leishmaniosi è cronica, il mio pensiero è stato di trovare una terapia che tenendo a bada la leishmania non faccia star male l’animale. Non rinnego e utilizzo la terapia tradizionale, ma se mi chiedono una terapia alternativa la propongo. E conclude: Nella mia città, l’unica realtà per cui posso testimoniare, la medicina alternativa è poco richiesta. Non ho scoperto nulla, mi baso sulla letteratura esistente.
