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ECM E BUONE PRATICHE:ANCORA DUBBI

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Il 21 settembre scorso si è svolto a Bologna un incontro organizzato dal Circolo Veterinario Bolognese dal titolo: “ECM e BPV: forzature o strumenti di lavoro?” ;relatore il Dott. Stefano Candotti, libero professionista, coordinatore ANMVI per il Nord-EST. Soddisfatta dell’incontro Susanna Marchetti , presidente del CVB: “ Con una ottima capacità espositiva e con un lavoro eccellentemente svolto in modo sintetico ed incisivo, il Dott. Candotti ha esposto e chiarito ai presenti cosa si intenda riguardo al lavoro che in ambito Europeo si sta sviluppando attorno alle Buone Pratiche Veterinarie, in che cosa esse consistano e quali saranno i vantaggi e gli svantaggi in ambito professionale per la nostra categoria una volta applicata tale normativa. Riguardo agli ECM, è stato esposto tutto il piano di questa iniziativa Ministeriale. I due argomenti poi sono stati messi a confronto, nell’ottica dello sviluppo della professione veterinaria clinico- privata. Il dibattito che ne è scaturito e che si è protratto per oltre un’ora e mezza, ha una volta ancora sottolineato i dubbi, le preoccupazioni e il disorientamento attuale della categoria ma anche la voglia di miglioramento e qualificazione professionale che il mondo della medicina veterinaria privata sente in modo significativo”. “ C’è preoccupazione, - ha commentato Stefano Candotti – l’atteggiamento di fondo era di buona disposizione nei confronti di programmi di qualità come le buone pratiche veterinarie, ma il fatto di non poterci ancora intendere sulla definizione delle strutture ha frenato la possibilità di arrivare ad un’analisi più consapevole del problema. Verso l’educazione continua in medicina c’è molta diffidenza e molto fastidio, perché viene avvertita come una forzatura dall’alto. Ritengo che non si debba tenere il ragionamento a pelo d’acqua, ma sia importante, senza sposare cause di principio, verificare per ogni forma di cambiamento l’adattabilità alle nostre esigenze. Di fondo c’è sempre la paura di veder cambiare le regole del gioco senza avere in cambio un miglioramento della condizione professionale, anche dal punto di vista economico”.