• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31404

MPA ANCHE IN SUINI IMPORTATI IN ITALIA

Immagine
L'Italia, secondo quanto indicato dalle autorita' sanitarie olandesi, avrebbe ricevuto una novantina di partite di suini alimentati con mangimi contaminati da medrossi progesterone acetato (mpa). Si tratta generalmente di suinetti destinati all'ingrasso che le autorita' italiane avrebbero già individuato e bloccato. Gli animali individuati possono essere abbattuti senza effettuare ulteriori test. Al momento solo Grecia, Finlandia, Irlanda ed Austria non sarebbero interessate dal caso dei mangimi contaminati da mpa, un ormone che nell’UE puo' essere utilizzato solo a fini terapeutici e non alimentari. Bruxelles ha lasciato liberi gli stati membri di fare i controlli che ritengono necessari per garantire la sicurezza dei consumatori. L'Italia, tuttavia, ha tenuto a sottolineare l'importanza di varare misure comunitarie per armonizzare i comportamenti tra gli stati Ue sia sui controlli, sia sulla metodologia da applicare ai test. E' quanto e' emerso dal Comitato europeo per la catena alimentare e la salute animale, che ha riunito ieri a Bruxelles rappresentanti della sanita' dei Quindici e della Commissione, per fare il punto sullo scandalo degli ormoni vietati e ritrovati in partite di mangime e in bevande alcoliche. Animali sospetti sono stati esportati anche in Germania (7.500 capi), in Spagna (500) e in Francia (200). Il Comitato europeo ha fatto il punto sulla vicenda che interessa ormai undici paesi europei, senza prendere nessuna decisione in merito. Il medrossi progesterone acetato ha finito per contaminare mangime per maiali, perché residui di soluzione zuccherina contenente Mpa e provenienti da un impianto farmaceutico statunitense erano stati per errore etichettati come "verdi" e con tale classificazione erano stati quindi inviati alla società Bioland(oggi fallita), installata in Belgio da imprenditori olandesi per ricavare sciroppo di glucosio, venduto poi a mangimifici olandesi Secondo le regole dell'Ue, le esportazioni di residui sono classificate con etichette di "verde", "ambra" o "rosso": negli ultimi due casi e' necessaria una notifica alle autorita' nazionali competenti. (ANSA)