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FARMACIE: LA LIBERALIZZAZIONE NON SERVE

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Giorgio Siri, Presidente di Federfarma risponde su La Stampa di ieri ad un lettore che nei giorni scorsi aveva sostenuto la tesi della liberalizzazione delle farmacie.
Siri non ritiene che questa sia la via per migliorarne la qualità dei servizi e scrive: “La legge 362/91 stabilisce che in Italia vi sia una farmacia ogni 5000 abitanti nei Comuni con popolazione fino a 12.500 abitanti ed una farmacia ogni 4000 abitanti negli altri comuni. In particolari condizioni topografiche e di viabilità però la stessa legge consente una deroga al suddetto criterio della popolazione per soddisfare le esigenze dei cittadini che vivono nei centri più piccoli. Alla luce di tale normativa attualmente in Italia si contano 16.578 farmacie tra pubbliche e private ed una popolazione complessiva di 56.305.568 abitanti: ogni farmacia serve dunque 3396 abitanti, che rappresentano un bacino di utenza trai più bassi in Europa.
Solo vincolando la presenza delle farmacie a parametri territoriali e demografici predeterminati ( rispettando cioè la cosiddetta pianta organica) è possibile assicurare l’universalità del servizio farmaceutico anche nelle zone rurali e nelle isole minori. Un’eventuale liberalizzazione del sistema spingerebbe le farmacie a concentrarsi nelle zone commercialmente più redditizie, abbandonando le aree più disagiate dal punto di vista economico e sociale”.