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626 SEMPLIFICATA E MENO PUNITIVA?

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" Non basta semplificare, non basta intervenire legislativamente. Occorre anche che ci sia un atteggiamento diverso da parte dello Stato e del sistema dei controllori nei confronti delle imprese" – ha dichiarato il Ministro del Welfare intervenendo alla recente Convention dei responsabili ed addetti dei servizi di prevenzione e protezione. Sulla 626, la legge che regolamenta la sicurezza sul lavoro, il ministro dopo aver assicurato che le semplificazioni saranno significative per i soggetti di minor dimensione ha nuovamente ribadito: "Non devono più esserci gendarmi che impongono alle aziende multe magari solo per mancanze formali. Bisogna suggerire, assistere le imprese, passare dal binomio obbligo-sanzione a quello promozione-assistenza". “L'apprendere cosa ha detto il ministro Maroni sulla legge ha sicuramente la sua importanza – ha commentato il Collega Marco Maggi delegato SCIVAC di Pavia - ma prima bisogna informare il Ministro della nostra esistenza”. Marco Maggi, incaricato dall’ANMVI di svolgere uno studio sulla 626 in ambito veterinario chiarisce: “Il problema 626 per i veterinari è proporzionabile alla risoluzione di un calcolo integrale matematico per un bambino delle elementari; per quelle professioni che hanno ormai da anni applicato la 626, usufruiscono di sovvenzioni e agevolazioni finanziarie e collaborano con le ASL locali , l'emanazione di un testo unico riordinerebbe quel mare interpretativo di leggi sotto le cui sovvenzioni cadono in molti. Per noi veterinari è tutto diverso. Noi siamo ancora al palo. Difficile gioire della revisione di un norma che nessuno sa se è applicabile anche a Noi. Vengo oggi ( ieri per chi legge ndr) da una riunione con l'ASL di Pavia su questo tema e, dopo aver scartabellato fra codici, leggi e circolari, abbiamo convenuto, in base ad una suddetta circolare alla legge del '96, che la posizione di associazioni fra professionisti è da ritenere esente dalla 626 se non vi sia la presenza di un lavoratore subordinato sotto qualsiasi forma contrattuale, anche contratto CO.CO.CO. Ciò non toglie che esistono strutture con dipendenti (di vario genere) e che in tutte le altre, una corretta valutazione del rischio professionale degli addetti, non sarebbe tempo perso”.