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CLONAZIONE: SI STUDIANO I DAINI

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Dopo il muflone, primo e unico clone di un animale selvatico sopravvissuto oltre i dieci mesi di vita, i laboratori di biotecnologie animali dell’Università di Teramo sono impegnati nella clonazione dei daini, possibile modello per tutti i ruminanti selvatici a rischio di estinzione. Nella Regione dei Parchi lo studio della biologia della riproduzione animale è rivolta alle specie di ridotta consistenza numerica. Ma c’è molta prudenza nelle parole di Pasqualino Loi, ricercatore a capo dell’equipe teramana: “ La clonazione da cellule adulte è ancora talmente empirica che credo sia giunto il momento di tornare a fare ricerca di base. Nasce l’animale e non sai bene perché. Muore l’animale e non sai bene perché. Noi lo abbiamo visto molto bene con la nostra esperienza che, dopo Dolly, è l’unica su pecore. Stiamo cercando di tracciare i meccanismi molecolari di controllo dei processi differenziativi iniziali e ci stiamo concentrando su uno in particolare. Nella fecondazione naturale, l’incontro tra spermatozoo e ovulo fa scattare alcuni meccanismi che “aprono” o “chiudono” determinati geni, mentre nella clonazione questo non succede. In altri termini, stiamo cercando di avere un parametro di normalità dell’embrione nelle fasi immediatamente successive”. ( La Repubblica – 27 maggio 2002) Intanto, Gene Watch, gruppo londinese di monitoraggio delle attività genetiche, denucia che gli animali clonati o modificati geneticamente non sarebbero solo quelli ufficialmente presentati all'opinione pubblica, ma centinaia di migliaia; nel Regno Unito nell'arco del 2000 si sarebbero svolti 582.000 esperimenti di clonazione, molti dei quali con scarsi esiti per la ricerca.