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TOXOPLASMOSI: IL BMJ SCAGIONA IL GATTO

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Carni crude e poco cotte, contatto con terra infestata da toxoplasma gondii, acqua non potabile e scarse precauzioni igieniche durante i viaggi. Sono questi, secondo un recente studio del British Medical Journal, i principali responsabili della trasmissione della toxoplasmosi alle gestanti. I risultati dell’indagine condotta dal BMJ derivano da uno studio europeo che ha coinvolto 1200 donne incinte e no, a cui sono state rivolte domande su stile di vita, contatti con animali e abitudini alimentari: dal 30 al 63 per cento dei casi, l’infezione da toxoplasmosi è dovuta a cattive abitudini alimentari. Molto più difficile stabilire una coincidenza fra infezione ed eliminazione fecale del gatto, tanto che dal Gemelli di Roma, il ginecologo Salvatore Mancuso conferma: “non prescrivo mai l’allontanamento del gatto di famiglia alla futura mamma”. Tommaso Furlanello, presidente SIMEF Società Italiana di Medicina Felina, spiega così l’origine del pregiudizio: “Il 50-60 per cento delle persone contrae l’infezione senza accorgersene, in genere i sintomi sono scarsi e dopo il primo contatto si resta immunizzati, la stessa cosa capita al gatto con la differenza che nel breve periodo della malattia l’animale elimina le oocisti del parassita con le feci. Questa fase enterica, che manca nel cane , ha convinto i più che il gatto fosse l’unico responsabile nella trasmissione dell’infezione”( fonte: Maria Paola Salmi, Repubblica Salute ).