• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31398

BSE: NUOVA SCOPERTA DI PRUSINER

Immagine
I prioni, responsabili del morbo della mucca pazza e di altre devastanti malattie neurologiche, possono moltiplicarsi anche nel tessuto muscolare e non solo, come si riteneva finora, nel sistema nervoso centrale o nelle cellule linfatiche. A scoprirlo è stato Stanley Prusiner, il ricercatore americano che nel 1982 aveva individuato il prione, ricevendo poi il premio Nobel per la medicina. L’équipe dell’Università della California a San Francisco ha dimostrato – in uno studio pubblicato su “procedine of the National Academy of Sciences” – che nei topi infetti, i prioni sono in grado di moltiplicarsi, fino a formare dosi “massicce”, nel tessuto muscolare. La scoperta è allarmante. Anche se lo stesso Prusiner invita alla cautela, sottolineando che si tratta di risultati preliminari e che è troppo presto per sapere se i prioni si formano naturalmente nei muscoli malati. “La nostra scoperta – scrive il Nobel – invita a determinare con urgenza e accuratezza la presenza e la scoperta dei prioni anche all’interno dei muscoli scheletrici degli animali infetti. Perché, come osservato nel topo, dal muscolo si può accumulare e diffondere una quantità di prioni molto alta”.
In particolare, la massima concentrazione di proteina patogena è stata rilevata a livello degli arti inferiori, mentre la più bassa nel fegato. Altri studi, scrivono i ricercatori californiani, sono necessari per determinare se i prioni possono concentrarsi nei muscoli di animali come mucche, montoni o pecore. E se il consumo del tessuto muscolare da parte dell’uomo può causare la trasmissione della malattia. “Bisogna comunque sottolineare – conclude Prusiner – che, rispetto all’iniezione di tessuto infetto, l’ingestione è un modo di trasmissione poco efficace della malattia da prioni. Inoltre non tutte le diverse varietà di prioni si trasmettono da una specie all’altra”.
Lo studio ha anche un aspetto positivo. Secondo gli autori, la presenza di prioni nel muscolo può fare sperare nella messa a punto di un test per la diagnosi della malattia, nell’animale e nell’uomo, attraverso una semplice biopsia muscolare.
Sulla base di questa esperienza, i ricercatori ritengono necessario un vasto studio sugli animali infettati, per determinare eventualmente la presenza e la concentrazione del prione anche nel tessuto muscolare.
Intanto,il ministro della Salute Girolamo Sirchia, ha subito incaricato gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità di “verificare lo studio di Prusiner”.