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LATTE CONFORME

“Pecore nere” in Sardegna: manto colorato da coltre inquinante

“Pecore nere” in Sardegna: manto colorato da coltre inquinante
Intanto campioni di latte sono risultati conformi agli esami eseguiti dall'Istituto Zooprofilattico.
A venti giorni dal fenomeno della polvere nera che ha colpito alcune migliaia di pecore e la vegetazione su un'area calcolata in oltre trecento ettari si conosce, sia pure ufficiosamente, la natura della sostanza inquinante. Le analisi dell'Arpas, l'agenzia regionale per l'ambiente, avrebbero infatti appurato tracce di idrocarburi alifatici, non aromatici, con un numero di atomi di carbonio tra i 20 e i 30. Una classificazione che consente di tirare un respiro di sollievo almeno per un aspetto: il fatto che gli idrocarburi siano "non aromatici" ne declassa la pericolosità, ed esclude che la misteriosa polvere nera sia cancerogena.

Quali conseguenze sanitarie sugli allevamenti e sulla filiera agroalimentare della Piana di Ottana: i residui nel latte sono al di sotto dei limiti di legge, mentre la morte della pecora ritrovata il 27 aprile è imputabile a una polmonite batterica. Questi gli esiti degli esami necroscopici e dei test di laboratorio eseguiti dall'Istituto Zoprofilattico della Sardegna (IZS) sui campioni prelevati all'interno delle aziende sottoposte a sequestro nel territorio tra Noragugume e Ottana a seguito del fenomeno della coltre nera che ha colorato il manto delle pecore.

La pecora morta è stata prelevata dalla Asl3 nelle campagne di Noragugume ed è stata esaminata dai laboratori di Anatomia patologica del Dipartimento IZS di Nuoro. Dalle analisi sono emersi tracheite, edema polmonare e diverse altre lesioni imputabili ad una patologia respiratoria di origine batterica. Il secondo capo ovino, consegnato lunedì 29 dal Corpo Forestale, invece, era affetto da fasciola hepatica, una malattia parassitaria diffusa nella zona.

Negativi anche i test su due campioni di latte prelevati all'interno dello stesso territorio e sottoposti a controllo per la ricerca di diossine e pcb, sostanze derivate dalla combustione. I valori dei residui chimici riscontrati sono «ben al di sotto dei limiti di legge - spiegano gli esperti del laboratorio di Chimica ambientale dell'Istituto Zooprofilattico - . Pertanto sono perfettamente in linea con quelli di altre aree della Sardegna».

L'origine della sostanza e sarà utile sul piano delle indagini avviate dalla magistratura. La sua composizione escluderebbe infatti l'ipotesi di un incendio di sterpaglie avanzata da Ottana Energia all'indomani dell'allarme per il boato, udito distintamente da molti cittadini di Ottana la stessa notte del 14 aprile, proveniente dalla centrale termoelettrica, che dista dai pascoli colpiti in agro di Noragugume qualche chilometro in linea d'aria. Si tratterebbe (il condizionale è d'obbligo, in mancanza di conferme ufficiali) di un residuo di combustione, forse di una cattiva combustione, di provenienza industriale. Sono in corso le indagini coordinate dal sostituto procuratore Andrea Vacca con i carabinieri del Noe e del Corpo forestale. Le analisi dell'Arpas sono rassicuranti: gli esami tossicologici sulla sostanza scura che ha ricoperto diverse greggi nella zona di Noragugume hanno dato risultati negativi. Si tratterebbe di particelle di carbonio, che potrebbe risultare tossico solo per inalazione, ma non al tatto. I tecnici della Regione dovranno comunque compiere altri accertamenti. Intanto la Procura di Oristano ha sequestrato 360 ettari di terreno, a poca distanza dalla zona industriale di Ottana, dove sorgono dieci aziende.