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COMUNICATO ANAC

Dirigenti SSN, perchè è sospesa la pubblicazione dei patrimoni

Dirigenti SSN, perchè è sospesa la pubblicazione dei patrimoni
Patrimonio e reddito avrebbero dovuto essere pubblicati entro il 30 aprile. Cantone sospende l'obbligo. L'Avvocatura di Stato: rischio risarcimenti.
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Gli obblighi di trasparenza sono stati estesi anche ai titolari di incarichi dirigenziali, "a qualsiasi titolo conferiti". Non solo i politici, dunque, anche i dirigenti pubblici, compresi quelli del SSN, sono stati obbligati, per legge, a pubblicare i loro dati patrimoniali e reddituali. Di conseguenza, l'ANAC - all'inizio di marzo- dava indicazioni attuative per la loro pubblicazione entro il 30 aprile prossimo.
Ma nel frattempo è intervenuto il TAR Lazio che ha sospeso l'obbligo.

Il mese scorso, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio si è pronunciato su ricorso presentato da alcuni dirigenti presso l'Autorità Garante della privacy, che hanno sollevato questioni di costituzionalità e di compatibilità con l'ordinamento comunitario. Non si tratta solo di pubblicare i compensi (non è questo il contendere), ma di  tutte le altre forme di ricchezza che non vengono dalla busta paga: case di proprietà, automobili, titoli, azioni. L’obbligo, come per i politici, non riguarda solo il dirigente ma anche i congiunti (moglie, marito, figli e genitori), i quali possono rifiutarsi, ma con diniego motivato.

Il Giudice ha accolto il ricorso e sospeso gli atti del Garante che disciplinavano la pubblicazione on line dei dati patrimoniali e reddituali.

A rafforzare il contenzioso è intervenuta all'inizio del mese un' altra serie di ricorsi, stavolta direttamente avverso l'ANAC, e anche la Presidenza del Consiglio e tre Dicasteri (fra cui quello della Salute). Anche in questo caso, l'azione legale è stata sostenuto da alcuni dirigenti pubblici e dal sindacato nazionale dei dirigenti dello Stato (Unadis). La richiesta è stata la stessa: la disapplicazione dell'obbligo di pubblicare lo stato patrimoniale e reddituale.

In attesa della definizione nel merito del giudizio "o di un intervento legislativo chiarificatore", l'ANAC ha deliberato la sospensione dell'obbligo impugnato. Una misura di prudenza consigliata anche dalla Avvocatura dello Stato che il 10 aprile scorso paventava "una possibile esposizione dell’amministrazione a future domande risarcitorie”, in considerazione della “innegabile gravità e irreparabilità del pregiudizio connesso all’irreversibile effetto della pubblicazione dei dati oggetto del giudizio”.