Il numero di posti a livello nazionale sarà stabilito seguendo le procedure note: sulla base dell'offerta del sistema universitario e del fabbisogno espresso dal Ministero della Salute e dalle Regioni. Manca il decreto di raccordo con i posti delle scuole di specializzazione. Intanto, spazio all'autonomia universitaria per gestire il semestre libero.
In attesa che venga compiutamente attuata la riforma dell'accesso (
Legge delega in vigore dal 2 aprile) i posti disponibili ai corsi di studio in Medicina Veterinaria (LM-42) continueranno ad essere determinati in base alla procedura applicata in questi anni: il numero nazionale dei posti disponibili sarà determinato in base all’articolo 3 della
legge 2 agosto 1999, n. 264 Norme in materia di accessi ai corsi universitari. La riforma Bernini ha introdotto alcune novità non ancora applicabili, in particolare l'allineamento del contingente di studenti che hanno superato il semestre filtro con i posti disponibili per l'accesso alle scuole di specializzazione. Non solo. Affinchè il numero dei posti possa essere progressivamente aumentato, si dovrà introdurre un sistema di monitoraggio dei fabbisogni del personale del SSN, in collaborazione con il Ministero della salute e sentita la Conferenza Stato-Regioni, "
al fine di intervenire a sostegno degli ambiti di specializzazione in cui siregistrano le eventuali carenze". In sostanza, la riforma prevede che il numero dei posti disponibili sia parametrato anche al contingente di specializzandi, un criterio di programmazione del tutto inedito.
Riforma in fase iniziale- Il Ministro dell'Università
Anna Maria Bernini accelera: a decorrere dall’anno accademico 2025-2026 l’iscrizione al primo semestre del corso di laurea in medicina veterinaria (LM-42) sarà libera e gratuita. Il primo semestre sarà unico per gli studenti di Veterinaria, Medicina e Odontoiatria su materie che saranno definite con un prossimo provvedimento.
Nel frattempo, il
primo decreto attuativo della riforma- approvato il 28 marzo scorso- affida all’autonomia universitaria una buona parte della gestione del semestre filtro, specialmente con riguardo alla capacità organizzativa dei singoli Atenei.
Sostenibilità del primo semestre- Per assicurare la sostenibilità per la frequenza al primo semestre “filtro” spetta alle università garantire “adeguate modalità di erogazione della didattica”. Se il numero di iscritti supera la capacità ricettiva dell’Ateneo, il MUR lascia all’autonomia universitaria definire la didattica, senza escludere- l’ha confermato il Ministro Bernini- la frequenza a distanza nell’ambito degli Atenei dove sono attivi i corsi di laurea di Medicina, Veterinaria e Odontoiatria.
Materie di insegnamento- Le discipline comuni ai tre corsi di laurea saranno individuate, con successivo decreto, in tre aree: scienze biologiche, chimiche e fisiche, per un totale di 18 crediti formativi universitari (CFU). Fermo restando l’uniformità del piano di studi comune, nel semestre filtro, le Università potranno prevedere attività didattiche integrative alle discipline “qualificanti” comuni, in deroga ai requisiti minimi di docenza.
Doppia iscrizione dall’anno accademico 2025—2026- La frequenza del primo semestre non è obbligatoria e gli studenti possono iscriversi fino a tre volte al semestre filtro. Dovranno però iscriversi a due corsi di laurea, cioè indicare la seconda scelta (es. il corso di Medicina Veterinaria in alternativa a Odontoiatria o Medicina). La doppia iscrizione non tiene conto del sovrannumero di posti disponibili ed è ammessa anche in sedi universitarie diverse. All’atto di iscrizione al primo semestre, ogni studente dovrà indicare fino a cinque sedi universitarie, in ordine di preferenza.
Superamento del semestre e immatricolazione- Sono aspetti procedurali della riforma che vengono rinviati ad ulteriori decreti attuativi successivi a quello approvato il 28 marzo scorso dal Consiglio dei ministri. In tutto, il MUR dovrà emanare altri tre decreti attuativi.
BOZZA_DLVO_PRIMO_SEMESTRE_FILTRO.pdf