• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31311
LA RACCOMANDAZIONE

AMR, Consiglio UE: azioni mirate in umana e sull'ambiente

AMR, Consiglio UE: azioni mirate in umana e sull'ambiente
Oggi, 13 giugno, il Consiglio dell'Unione Europea ha adottato una raccomandazione per intensificare la lotta alla resistenza antimicrobica (AMR). Azioni mirate alla salute umana: introdotti per la prima volta target di riduzione del consumo di antibiotici e della resistenza antimicrobica. Grecia e Italia gli Stati membri con il più alto tasso di morte per AMR. Raccomandate misure sull'ambiente, finora "assenti o non ben sviluppate".

Su proposta della Commissione Europea il Consiglio ha adottato oggi una raccomandazione sulla resistenza antimicrobica. La novità della presa di posizione, analoga a quella approvata dal Parlamento Europeo il 1 giugno, risiede nella maggiore attenzione rivolta alla medicina umana, alla sanità pubblica e all'ambiente. "L'odierna raccomandazione- ha spiegato il Ministro svedese alla salute- fornisce ai paesi dell'UE gli strumenti per monitorare e ridurre il consumo di antimicrobici".  Misurazione e monitoraggio sono gli elementi chiave della raccomandazione, con particolare riguardo alla dispersione di medicinali antimicrobici nell'ambiente e alla fissazione di target di riduzione in campo umano.

L'ambiente- Sebbene sia stata data, in proporzione, meno attenzione alla dimensione ambientale della resistenza antimicrobica che alla resistenza antimicrobica nella salute umana o animale, sempre più prove dimostrano che l'ambiente naturale può essere un importante serbatoio e fattore trainante della resistenza antimicrobica. Molti Stati membri dovrebbero quindi lavorare maggiormente sulle misure relative all'ambiente, che spesso sono assenti o non sono ben sviluppate.

Residui nelle acque- Il Consiglio raccomanda il monitoraggio ambientale della resistenza antimicrobica nelle acque sotterranee e nelle acque superficiali, comprese le acque costiere, nelle acque reflue e nei suoli agricoli.I residui di medicinali sono ampiamente presenti nelle acque sotterranee e nelle acque superficiali, comprese le acque costiere, e nei suoli, e diverse pubblicazioni evidenziano che i residui di antibiotici possono contribuire alla resistenza antimicrobica. Un potenziale punto di ingresso nell'ambiente di geni di resistenza antimicrobica e organismi resistenti agli antimicrobici è costituito dagli impianti di trattamento delle acque reflue.

Fitosanitari e biocidi
- La sorveglianza della resistenza antimicrobica negli esseri umani andrebbe estesa agli agenti patogeni con resistenza antimicrobica emergente o consolidata, a causa dell'esposizione a sostanze presenti nell'ambiente, in particolare quelle utilizzate nei prodotti fitosanitari o nei biocidi.

La medicina umana- Il 70% dei casi di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici era costituito da infezioni correlate all'assistenza sanitaria. Il Consiglio raccomanda l'adozione di misure regolamentari specifiche per favorire l'uso prudente degli antimicrobici, osservando che mentre per gli animali d'allevamento è stato fissato un obiettivo di riduzione del 50 %, entro il 2030,  nel settore della salute umana non esiste attualmente a livello di UE alcun obiettivo relativo alla resistenza antimicrobica.

Target di riduzione entro il 2030-  Il Consiglio raccomanda di adottare misure nazionali adeguate volte a garantire che, entro il 2030:
- il consumo totale di antibiotici negli esseri umani (in dose definita giornaliera (DDD) per 1 000 abitanti al giorno) sia ridotto del 20 % nell'Unione rispetto all'anno di riferimento 2019;
- l'incidenza totale delle infezioni del sangue da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione (numero di infezioni per 100 000 abitanti) sia ridotta del 10 % nell'UE rispetto al 2019;
- l'incidenza totale delle infezioni del sangue da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi (numero di infezioni per 100 000 abitanti) sia ridotta del 5 % nell'UE rispetto al 2019.
- l'incidenza totale delle infezioni del sangue da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) (numero di infezioni per 100 000 abitanti) sia ridotta del 15 % nell'UE rispetto al 2019;
- almeno il 65 % del consumo totale di antibiotici negli esseri umani corrisponda ad antibiotici del gruppo "Access" quale definito nella classificazione AWaRe (Access, Watch, Reserve) dell'OMS;

Monitoraggio- La raccomandazione invita a raccogliere dati sul consumo di antimicrobici nelle persone per permettere il monitoraggio della prescrizione di antimicrobici con il coinvolgimento, tra l'altro, dei medici prescrittori, dei farmacisti e delle altre parti che raccolgono tali dati, utilizzando l'infrastruttura digitale a livello dell'UE.

Obbligo di segnalazione- Il Consiglio "impone" agli Stati Membri che le infezioni causate da organismi multiresistenti critici (a impatto sanitario altamente negativo) resistenti ai trattamenti di ultima linea, come l'Acinetobacter baumannii resistente ai carbapenemi, gli Enterobatteri resistenti ai carbapenemi (ad es. Klebsiella pneumoniae, Escherichia coli) e Candida auris, siano considerate malattie soggette a obbligo di denuncia a norma della legislazione nazionale.

Carenza di antibiotici-  Gli Stati membri dovrebbero adottare speciali misure per affrontare i problemi di approvvigionamento in ambito umano e veterinario. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dal luglio 2017 sono stati approvati 11 nuovi antibiotici che offrono benefici clinici limitati rispetto ai trattamenti già disponibili: l'80 % di essi appartiene a classi esistenti con meccanismi di resistenza ben consolidati e per le quali si prevede un rapido insorgere della resistenza. Sono attualmente in fase di messa a punto 43 antibiotici e combinazioni con una nuova entità terapeutica. Nel complesso gli antibiotici in fase di sviluppo clinico e quelli approvati di recente non sono sufficienti per affrontare la sfida della comparsa e della diffusione crescenti della resistenza antimicrobica.

Incentivi allo sviluppo di nuovi antibiotici efficaci
- L'incapacità di sviluppare e rendere disponibili nuovi antibiotici efficaci sta ulteriormente rafforzando l'impatto della resistenza antimicrobica e questo rende necessario predisporre e attuare con urgenza nuovi incentivi. Allo studio della UE ci sono quattro tipi di meccanismi "pull": garanzia sui ricavi, premi per l'ingresso sul mercato combinati con una garanzia sui ricavi, premi forfettari per l'ingresso sul mercato e pagamenti per il raggiungimento di determinati obiettivi.

I vaccini - Il Consiglio raccomanda il ricorso alla vaccinazione come pure lo sviluppo e la disponibilità dei vaccini e l'accesso agli stessi. Sono considerati strumenti potenti ed efficaci in termini di costi per prevenire le malattie trasmissibili negli esseri umani e negli animali e possono quindi frenare la diffusione delle infezioni connesse alla resistenza antimicrobica e ridurre l'uso degli antimicrobici. 

Salute animale- La raccomandazione del Consiglio contiene misure anche per la salute animale, fra cui ulteriori sforzi per migliorare la salute e il benessere degli animali da produzione alimentare, e per ridurre la diffusione di malattie infettive negli allevamenti. Sulla base dei pareri dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), il Consiglio raccomanda di valutare di elencare le malattie animali causate da batteri resistenti agli antimicrobici; una volta classificate, ai sensi del regolamento 2019/426, il Consiglio chiede di valutare misure regolamentari sepcifiche di sorveglianza, controllo e di gestione.

La raccomandazione approvata oggi sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea.

Raccomandazione del Consiglio
sul potenziamento delle azioni dell'UE per combattere la resistenza antimicrobica con un approccio "One Health"
RACCOMANDAZIONE_DEL_CONSIGLIO_DELLUNIONE_EUROPEA.pdf543.87 KB