Prima valutazione del rischio sul Vaiolo delle scimmie (Monkeypox) nell'Unione Europea. Per il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) "è necessaria una stretta collaborazione tra le autorità sanitarie pubbliche umane e veterinarie". Ad oggi, l'EFSA non è a conoscenza di alcuna segnalazione di infezioni negli animali nè domestici nè selvatici.
Esiste un potenziale rischio di trasmissione "da uomo ad animale". Lo dichiara oggi il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC,) che pubblica una valutazione del rischio sui casi di vaiolo nelle scimmie in cittadini dell'Unione Europea. I Paesi in cui l'OMS ha registrato casi finora sono Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti d'America.
"E' necessaria una stretta collaborazione intersettoriale tra le autorità sanitarie pubbliche umane e veterinarie in prospettiva "One Health"- afferma l'ECDC- per gestire l'esposizione negli animali domestici e prevenire la trasmissione della malattia nella fauna selvatica. Anche se- ad oggi- l'EFSA non è a conoscenza di alcuna segnalazione di infezioni negli animali (animali domestici o selvatici) nell'Unione Europea.
Ad oggi si sa poco riguardo all'idoneità delle specie animali a fungere da ospite per il virus del vaiolo delle scimmie. Nella valutazione del rischio pubblicata oggi, si considera possibile che i roditori, e in particolare le specie della famiglia degli Sciuridae (scoiattoli) possano essere ospiti adatti. Il coinvolgimento degli animali potrebbe potenzialmente portare il virus a stabilirsi nella fauna selvatica europea e quindi far diventare la malattia una zoonosi endemica. Tuttavia, la probabilità di spillover è molto bassa.