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CONSULTAZIONE EUROPEA

Telemedicina veterinaria, il parere di ANMVI per la FVE

Telemedicina veterinaria, il parere di ANMVI per la FVE
La Federazione dei Veterinari Europei (FVE) ha chiesto alle associazioni nazionali aderenti un parere sulla telemedicina veterinaria. L'emergenza Covid-19 sta anticipando l'esigenza di affrontare il rapporto fra le tecnologie digitali e l'esercizio professionale. Pubblichiamo il contributo inviato da ANMVI.

L'elaborazione di un documento sulla telemedicina veterinaria era già nell'agenda della FVE prima dell'emergenza da Covid-19. Lo scoppio della pandemia ha reso più globale e urgente la riflessione sul rapporto fra la medicina veterinaria e le nuove tecnologie nelle attività di cura a distanza.

Alle associazioni nazionali aderenti, la FVE ha trasmesso una bozza di documento (FVE position paper  and recommendations on the use of telemedicine) a scopo di consultazione. In qualità di rappresentante dell'Italia all'interno della UEVP (Union of European Veterinary Practitioners), ANMVI si dichiara "molto prudente nei confronti della telemedicina veterinaria" e propone alcuni spunti di riflessione.

Il punto di partenza è la definizione proposta dalla FVE: per telemedicina veterinaria si intende "lo scambio e l'uso delle informazioni sulla salute degli animali attraverso piattaforme tecnologiche tra un veterinario e un destinatario (cliente, veterinario o altro professionista sanitario) nel contesto del veterinario-cliente-paziente relazione (VCPR).

Con particolare riguardo alla telemedicina veterinaria (TV) rivolta ai clienti / utenti finali, l'ANMVI suggerisce, in otto punti, alcuni spunti di riflessione.

1. Non è possibile alcun paragone con la telemedicina umana. La TV deve essere focalizzata sulla peculiarità del paziente animale, i cui segni non verbali possono essere decodificati solo su base deduttiva: l'osservazione clinica diretta del veterinario e l'interazione personale con i proprietari di animali (Veterinarian-Client-Patient Relationship -VCPR) restano essenziali, nonostante le ITC ( Innovation Technology Communication).

2. La gestione manuale e l'ispezione fisica dei pazienti animali (cfr. animal based welfare/medicine) sono necessarie all'ipotesi diagnostica, alla decisione di ulteriori indagini e all'impostazione della corretta terapia. In nessun modo, la telemedicina veterinaria può sostituire la pratica tradizionale.

3. Con particolare riguardo ai clienti / utenti finali, la TV dovrebbe essere inquadrata come un servizio particolare, occasionale e complementare alla pratica medica tradizionale. Solo una gamma limitata di servizi veterinari può essere erogata via telemedicina.

4. La Telemedicina Veterinaria può generare incomprensioni e interpretazioni errate. I dati digitali (immagini, file, foto, ecc.) possono esporre i medici veterinari ad errori, responsabilità legali e richieste di risarcimento. Ai veterinari dovrebbe essere consentito di rifiutare l'erogazione di prestazioni in telemedicina, nell'interesse della salute pubblica, dei pazienti animali e a tutela della propria responsabilità professionale.

5. La pandemia globale da Covid-19  sta accelerando sia l'uso delleITC sia il ricorso all'assistenza / consulenza a distanza. I veterinari devono stare molto attenti al rischio di sottrarre la professione alle sue stesse regole, buone pratiche, responsabilità, questioni etiche e risvolti economico-professionali.I principi dominanti della nostra professione (ad es. la prevenzione delle malattie degli animali, l' uso prudente degli antimicrobici, il benessere degli animali, ecc.) sono ancora pienamente vigente e ancora più importanti in questa circostanza pandemica.
La Telemedicina Veterinaria potrebbe favorire un approccio pericolosamente rilassato al riguardo.

6.
Il ricorso alla medicina da remoto può minacciare il ruolo esclusivo dei medici veterinari, esponendo cittadini e pazienti animali ad abuso di professione, notizie false e prestazioni veterinarie offerte da soggetti non autorizzati. Il potenziale effetto dirompente sulla professione è già prefigurabile, a scapito del ruolo e del mercato veterinario: al momento non esiste una regolamentazione che garantisca che i servizi di TV siano erogati da medici veterinari a fronte di comportamenti di marketing speculativo già in atto.

7. I cittadini dovrebbero essere consapevoli di tutto ciò e dovrebbero essere indirizzati solo verso prestazioni di telemedicina veterinaria verificata. Dovrebbero inoltre essere considerati i rischi di illeciti commerciali on line, in particolare di medicinali veterinari. In Italia, dal 16 aprile 2019 è in vigore l'obbligo della ricetta veterinaira elettronica. Il commercio illegale online rappresenta la maggiore minaccia alla tracciabilità e alla compliance terapeutica.

8. La Telemedicina Veterinaria non può essere intesa come un servizio gratuito, non può confliggere con il codice deontologico e con il principio di indipendenza intellettuale.

ANMVI auspica che i suggerimenti di cui sopra possano essere adottati dagli organismi ordinistici delle veterinarie nazionali nell'ambito delle raccomandazioni generali condivise in ambito europeo. In Italia, sulla telemedicina veterinaria si è pronunciata la Fnovi, in assenza di una normativa nazionali e di prassi regolamentari consolidate.

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