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LORDINANZA

TAR Lazio: quando è legittimo il numero programmato

TAR Lazio: quando è legittimo il numero programmato
Alla vigilia dei test, il Tribunale Amministrativo del Lazio riafferma i principi alla base della legittimità del 'numero chiuso'. I corsi di laurea, come Medicina Veterinaria, fondano la programmazione su 'norme primarie' convalidate dal diritto europeo. Domani 8.431 aspiranti veterinari affronteranno la prova di ingresso.
Se ne riparlerà il 9 maggio 2018 in sede di trattazione del ricorso, ma intanto il Tar Lazio ha sospeso i provvedimenti dell'Università di Milano volti a programmare l’accesso a corsi di laurea "estranei da quelli richiamati dalle norme primarie di riferimento". L'ordinanza del Tribunale considera illegittima la delibera del Senato accademico che puntava a contingentare gli ingressi ai corsi di laurea in Filosofia, Lettere, Scienze dei beni Culturali, Scienze umane, dell’ambiente, del territorio e del paesaggio e Storia, Lingue e letterature straniere.

Nel motivare la bocciatura della delibera accademica, il TAR Lazio ribadisce i fondamenti giuridici alla base della programmazione universitaria: è legittima la programmazione per quei corsi di laurea sorretti da leggi dello Stato, "in conformità alla normativa comunitaria vigente e alle raccomandazioni dell'Unione europea, che determinano standard formativi tali da richiedere il possesso di specifici requisiti". E' questo espressamente il caso dei corsi di laurea in medicina veterinaria, ai sensi della legge 264/1999 la cui legittimità costituzionale è stata confermata dalla Consulta con una sentenza del 2013.
Inoltre, la Direttiva Qualifiche recepita dall'ordinamento nazionale, prevede specifici standard formativi nel piano di studi del corso di laurea in medicina veterinaria.

Al contrario, rileva il TAR Lazio,  i corsi che l'Ateneo di Milano avrebbe voluto programmare "non paiono collimare con quelli richiamati dalle norme primarie di riferimento". Inoltre, gli atti del senato accademico non sono stati ispirati da necessità didattiche ammesse dalla legge (ad es. utilizzazione di laboratori ad alta specializzazione, sistemi informatici e tecnologici, posti-studio personalizzati), "bensì a carenza di un numero complessivo di docenti", con il conseguente rischio che l’Ateneo risultasse "non in linea con i requisiti di docenza previsti dal sistema di accreditamento", un rischio che avrebbe potuto comportare sanzioni fino alla disattivazione dei corsi stessi. Si conferma quindi il principio secondo il quale la programmazione non risponde ad esigenze di ateneo ma di tutela della qualità della formazione oltre che del principio di proporzionalità fra fabbisogo e occupazione sancito dalla Corte Europea.

Intanto, il Miur rende noto che alla prova di domani, 6 settembre, si presenteranno 8.431 aspiranti veterinari contro i 7.987  dell'anno scorso. I punteggi anonimi delle prove a veterinaria saranno pubblicati il 20 settembre, mentre i risultati nominali saranno pubblicati il 29 settembre e la graduatoria nazionale di merito nominativa il 3 ottobre.
I posti disponibili ai corsi di laurea in Veterinaria sono 655, ripartiti fra le sedi universitarie come da decreto 524/2017.


TAR Lazio, sez. III, ordinanza 30 – 31 agosto 2017, n. 4478