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LEGAMBIENTE

Ecomafia: in calo i reati contro gli animali

Ecomafia: in calo i reati contro gli animali
Dal rapporto 2017 alle proposte alla Politica: prima delle elezioni, i decreti attuativi sulla protezione ambientale e, inoltre, la prossima Legislatura riparta da una legge contro i delitti ai danni di fauna e flora protette. Lo chiede Legambiente sulla base del dossier Ecomafia 2017. Nuovo focus dedicato agli animali.

La legge 68/2015 sugli ecoreati funziona. Lo sostiene Legambiente che ieri ha presentato il rapporto Ecomafia 2017. A soli due anni dall’entrata in vigore della legge 68/2015, nel complesso diminuiscono gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente. La legge in questione ha, fra le altre misure, aumentato le pene quando l'inquinamento o il disastro ambientale e' prodotto in in danno di specie animali o vegetali protette.

"Un trend positivo, che lascia ben sperare"- commenta Legambiente. Anche se lo scenario generale è ben al di là da potersi considerare soddisfacente, soprattutto a causa della corruzione e dei dati che confermano le Regioni a maggiore tasso di infiltrazioni mafiose ancora molto aggredite dalla criminalità organizzata.

Geografia della corruzione e delle infiltrazioni criminali- In tutta la Penisola, "dilaga la corruzione, l’altra faccia delle ecomafie, con la Lombardia e il Lazio le regioni più colpite. Gli illeciti ambientali vedono in vetta la Campania con 3.728 illeciti, davanti a Sicilia (3.084), Puglia (2.339) e Calabria (2.303). La Liguria resta la prima regione del Nord, il Lazio quella del Centro. Su scala provinciale, quella di Napoli è stabilmente la più colpita con 1.361 infrazioni, seguita da Salerno (963), Roma (820), Cosenza (816) e Palermo (811).
Sono però in flessione i dati sul business (- 32%): crollano gli investimenti a rischio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa e diminuiscono anche i fatturati delle attività illegali.

Calano i reati contro gli animali- Il Rapporto raccoglie i numeri delle illegalità ambientali con nuovi approfondimenti e una serie di best practises promosse da Legambiente. Tra i temi approfonditi, lo sfruttamento degli animali da reddito (alla luce dei dati ufficiali a disposizione, solo lo 0,6% del totale degli allevamenti operanti in Italia nel 2016 è stato oggetto di controlli); i fenomeni di illegalità nei parchi (eclatante è il caso del Parco nazionale del Vesuvio dove, dal 1997 al 2012, sono state emesse 1.778 ordinanze di demolizione di fabbricati abusivi);
Il Rapporto evidenzia che, nel 2016, sono stati 5.942 gli illeciti contro gli animali, rispetto agli 8.358 del 2015. Bracconaggio, commercio illegale di specie protette, abigeato, allevamenti illegali, macellazioni in nero, pesca di frodo, combattimenti clandestini e maltrattamenti sono solo alcuni dei delitti più diffusi ai danni degli animali d’affezione e/o di reddito.

Zoomafia: un fatturato da 3 miliardi di euro- E' il settore criminale che trae profitto dal controllo di attività illegali che hanno al centro gli animali. È un fenomeno che si estende dal Nord al Sud del nostro Paese e che vede la collaborazione della criminalità organizzata italiana con quella straniera. Il fatturato delle cosche specializzate in questo settore è stimato in 3 miliardi di euro. Un giro di denaro enorme che riguarda i traffici di cani e gatti con finti pedigree o di animali esotici, il bracconaggio e il contrabbando di fauna selvatica, le scommesse illegali sulle corse clandestine dei cavalli (un terzo dell’intero fatturato) e i combattimenti fra cani. Ma nel novero delle attività vanno inseriti anche il racket del pesce, la macellazione clandestina, i furti di bestiame e le sofisticazioni alimentari

Il racket degli animali. I numeri del 2016- Sono stati 5.942 i reati commessi nel 2016 contro gli animali, in diminuzione rispetto al 2015 (quando erano stati 8.358), con il corollario di 5.584 denunce, 9 arresti e 1.494 sequestri. Bracconaggio, commercio illegale di specie protette, abigeato, allevamenti illegali, macellazioni in nero, pesca di frodo, combattimenti clandestini e maltrattamenti sono solo alcuni dei delitti più diffusi ai danni degli animali d’affezione e/o di reddito. Nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa se ne sono contati quasi 3.000 (per la precisione 2.917), più del 49% di quelli consumati su tutto il territorio nazionale. In Sicilia, regione che stacca vistosamente le altre per numero di reati, se ne sono registrati 1.062, quasi il 18% su scala nazionale, seguono la Campania (713) la Puglia (612), la Calabria (530) e la Liguria (514). Le province più colpite sono, in ordine, Napoli (542), Palermo (337), Roma (300), Venezia (295) e Reggio Calabria (291). (schede)

Illegalità nei Parchi- Tra i temi approfonditi, anche le  illegalità nei parchi: eclatante- dichiara Legambiente-  è il caso del Parco nazionale del Vesuvio dove, dal 1997 al 2012, sono state emesse 1.778 ordinanze di demolizione di fabbricati abusivi).

Agroalimentare- La criminalità continua, inoltre, a puntare sul settore dell’agroalimentare: nel corso del 2016 ci sono stati 33.000 illeciti amministrativi e più di 7.000 illeciti penali, portando alla denuncia di oltre 18.000 soggetti. Sono state più di mille le strutture chiuse o sequestrate, bloccando la vendita di 83,6 milioni di Kg/litri di merce, per un valore complessivo di oltre 703 milioni di euro, in netta crescita rispetto al 2015 quando si era attestato a circa 586 milioni. Il numero più alto di infrazioni penali riguarda i prodotti ittici (pesce in genere, crostacei, novellame, molluschi, datteri fresco, refrigerato e congelato), con ben 10.735 illeciti amministrativi e penali accertati. Anche i vini e gli alcolici hanno impegnato particolarmente le autorità di controllo, portando a 3.411 illeciti, 2.816 denunce e 321 sequestri. (schede)

Le proposte di Legambiente-  Accanto alla nuova normativa che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale, per Legambiente rimangono ancora molti fronti aperti sul piano normativo e interventi urgenti da attuare. Occorre mettere in campo, prima di tutto, una grande attività di formazione sulla corretta applicazione della legge sugli ecoreati che coinvolga tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia e Capitanerie di porto, ufficiali di polizia giudiziaria e tecnici delle Arpa, polizie municipali ecc.).
Vanno definite, inoltre, le linee guida nazionali per garantire una uniforme applicazione in tutto il paese della legge, soprattutto nella parte che ha inaugurato il nuovo sistema di estinzione dei reati ambientali contravvenzionali minori.
Tra le altre proposte:
- definire una modalità unica sul territorio nazionale per far confluire le sanzioni che vengono fatte pagare ai responsabili dei reati contravvenzionali minori
- rimuovere la clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista nella legge sugli ecoreati, così come in quella che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente;
-completare al più presto l’iter di definizione dei decreti attuativi del Ministero dell’ambiente e della presidenza del Consiglio dei ministri per rendere pienamente operativa la legge che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente; 
-va approvata una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive e va approvato in tempi rapidi il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette;
-infine, un’ultima modifica normativa riguarda l’accesso alla giustizia da parte delle associazioni.

Ecomafia 2017- Viaggio in Italia