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RELAZIONE 2015

Residui negli alimenti: in Italia conformità al 99,8%

Residui negli alimenti: in Italia conformità al 99,8%
Pubblicati i risultati del Piano Nazionale Residui: attuazione superiore al numero minimo di animali e prodotti da analizzare e alla programmazione nazionale. La relazione sulle attività svolte nel 2015, evidenzia una conformità ai parametri di legge del 99,8%, una percentuale in linea con i dati europei. Criticità e miglioramenti.

Obiettivi del Piano- In base al Piano, vengono monitorate nei prodotti di origine animale le sostanze e i residui che potrebbero costituire un pericolo per la salute pubblica, come le sostanze ad effetto anabolizzante e quelle non autorizzate, i medicinali veterinari e gli agenti contaminanti. Si tratta di  un piano di sorveglianza che si attua durante il processo di allevamento degli animali e nella prima trasformazione dei prodotti di origine animale, per la ricerca dei residui delle sostanze farmacologicamente attive e dei contaminanti negli animali vivi, nei loro escrementi e nei liquidi biologici, nonché nei tessuti, nei prodotti di origine animale, negli alimenti per animali e nell’acqua di abbeveraggio.  L'obiettivo è di svelare i casi di somministrazione illecita di sostanze vietate, di somministrazione abusiva di sostanze autorizzate a condizioni diverse da quelle autorizzate e di verificare la conformità dei residui di medicinali veterinari con i limiti massimi di residui (LMR) fissati nell’allegato del regolamento (UE) n. 37/2010 e delle quantità massime di antiparassitari e di contaminanti ambientali fissate dalla normativa europea e nazionale. Il Piano è predisposto annualmente dal Ministero della salute sulla base delle indicazioni previste dalle norme europee.

Sintesi dei dati- I campioni che hanno fornito risultati non conformi per la presenza di residui sono stati complessivamente 65 (su un totale di 41.623 campioni), pari allo 0,16 % del totale dei campioni analizzati.
Sono stati analizzati 41.623 campioni:
-16.170 per la ricerca di residui di sostanze appartenenti alla categoria A – sostanze ad effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate (pari al 38.9 % del totale delle analisi);
-25.453 per la ricerca di residui di sostanze appartenenti alla categoria B – medicinali veterinari e agenti contaminanti (pari al 61.1 %).
Dei 65 campioni risultati non conformi:
-27 sono risultati non conformi per la presenza di residui appartenenti alla categoria A;
-38 per il riscontro di residui di sostanze della categoria B.

Conclusioni- L’attuazione del Piano mirato, nel suo totale, è risultata superiore sia rispetto al numero minimo di animali e prodotti di origine animale da analizzare ai sensi dell’allegato IV della direttiva 96/23/CE e della decisione 97/747/CE, sia rispetto alla programmazione predisposta dal Ministero.
Permane la criticità relativa alla mancata attuazione del PNR nel settore della Selvaggina cacciata, mentre si registra la piena attuazione nei settori Acquacoltura e Miele, che invece in passato non era stata raggiunta.
Anche nel 2015, nel settore Uova non è stato rispettato il requisito secondo cui “almeno il 30% dei campioni deve essere prelevato da centri di imballaggio che presentano la più significativa percentuale di uova destinate al consumo umano”. Infatti, soltanto 212 campioni sono stati prelevati presso i centri di imballaggio, pari a circa il 17.2% dei campioni totali.

Il gruppo A4 (lattoni dell’acido resorcilico, compreso lo zeranolo) rappresenta la principale causa di non conformità (37%), per un totale di 24 campioni non conformi. A seguire, il gruppo B1 (sostanze antibatteriche, comprese sulfamidici e chinolonici), con 15 campioni non conformi (23 % delle non conformità), il gruppo B2 (altri prodotti medicinali veterinari) con 13 campioni non conformi (20 % delle non conformità), il gruppo B3 (altre sostanze e agenti contaminanti per l’ambiente) con 10 campioni non conformi (15 % delle non conformità) e il gruppo A6 (Sostanze incluse nell’All. IV del reg. (CE) n. 2377/90) con 3 campioni non conformi
(5% delle non conformità). Per il 2015 si registra un aumento delle non conformità per il gruppo A4 (lattoni dell’acido resorcilico, compreso lo zeranolo). La presenza di queste sostanze può essere correlata alla contaminazione dei mangimi, fatto peraltro confermato dalle verifiche di follow-up che hanno rilevato l’assenza di trattamento  illecito ed hanno individuato, come causa, la contaminazione dei mangimi con i metaboliti della micotossina zearalenone. Tale andamento differisce da quello rilevato nel 2014, in cui la principale causa di non conformità (34 %) era rappresentata dal gruppo B1 (sostanze antibatteriche, comprese sulfamidici e chinolonici).

Relativamente all’Extrapiano, risalta l’incompleta programmazione di tale attività attraverso la funzione appositamente creata nel sistema informativo NSIN/PNR, a fronte di una intensa attività effettuata sul territorio dalla maggior parte delle Regioni e P.A. Infine, come gli anni precedenti, i questionari sulle attività conseguenti a non conformità non risultano sempre debitamente compilati.


Test Istologico- In Appendice la Relazione riporta i dati del 2015 relativi ai test istologici.  L’alta prevalenza di partite sospette per cortisonici tra la popolazione di animali nati in Francia è un dato che si riconferma anche quest’anno e di cui si terrà conto nella stesura dei criteri per il PNR 2017; allo stesso modo si terrà in considerazione la costante maggior prevalenza di trattamento nella categoria dei vitelli (età <8mesi) per quanto riguarda i sospetti di trattamento con steroidi sessuali. Inoltre i dati del 2015 mostrano una lieve diminuzione delle partite sospette di trattamento con cortisonici, analogamente la percentuale di trattati con steroidi sessuali è in diminuzione seppur i l trend non risulti statisticamente significativo.

In Italia, già da alcuni anni, il Ministero della salute associa alla ricerca chimica un altro filone di indagine, il test istologico, che sulla base della presenza di lesioni isto-anatomo-patologiche in organi prelevati in sede di macellazione dei capi, evidenzia un sospetto di trattamento illecito (l'utilizzo di sostanze o prodotti non autorizzati, ovvero di sostanze o prodotti autorizzati a fini o a condizioni diverse da quelli previsti dalle vigenti disposizioni, a cui fanno seguito indagini presso le aziende di provenienza degli animali, con il prelievo di ulteriori campioni ufficiali da sottoporre a controlli chimico-fisici e con l’intensificazione delle attività di farmacosorveglianza, condotte anche in maniera congiunta con altri organi di controllo (NAS).
L’indagine è stata inserita nel 2008 all’interno del PNR con un intento generale meramente conoscitivo e senza alcun valore giuridico-legale. L’obiettivo che si prefigge il monitoraggio mediante test istologico, infatti, è di individuare le aziende “a rischio” al fine di mirare i successivi controlli ufficiali basati su metodi chimici, che sono a tutt’oggi gli unici metodi ad avere validità legale ai fini delle attività sanzionatorie perché in grado di rilevare e quantificare la presenza dei singoli analiti.


Piano Nazionale Residui- Relazione finale (anno 2015)