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EUROBAROMETRO

Antibiotici, italiani fra i più impreparati d'Europa

Antibiotici, italiani fra i più impreparati d'Europa
Italiani ed Europei a confronto nel survey di Eurobarometro sugli antibiotici. Rispetto a tre anni fa, nessun miglioramento nelle conoscenze e nella consapevolezza degli europei. E fra gli italiani le cose vanno anche peggio. Gli animali da allevamento ammalati devono esser trattati con antibiotici se questo è il trattamento più appropriato?


Gli antibiotici uccidono i virus. E' una delle risposte sbagliate date dagli italiani interpellati da Eurobarometro per conoscere la percezione e i comportamenti degli europei in fatto di antibiotici e di antibiotico-resistenza.
Il survey- condotto nel mese di aprile- è ora pubblicato sul sito web della Commissione Europea e consente di mettere a confronto le risposte degli italiani con quelle del campione europeo intervistato (28 Stati Membri). Siamo comunque in buona compagnia secondo Eurobarometro: meno della metà degli Europei sa che gli antibiotici sono inefficaci contro i virus.


Più dei concittadini europei gli italiani ritengono opportuno interrompere l'assunzione di antibiotici "quando si sentono meglio", ma d'altra parte si dicono meno raggiunti da informazioni sull'importanza di assumerli solo quando strettamente necessario. E tuttavia, i medici italiani risultano più attivi di quelli europei nel raccomandare ai pazienti un uso consapevole e rappresentano la prima fonte degli italiani, seguiti dagli annunci pubblicitari in televisione. Il "dottore" è anche la figura di riferimento privilegiato degli italiani per ottenere infomazioni "affidabili"; cittadini più scettici, invece - in eguale misura europei e connazionali- sull'attendibilità delle fonti web delle istituzioni sanitarie.

Ciò di cui sentono maggiormente la necessità gli italiani, più degli europei, è in assoluto di essere informati sulle modalità di utilizzo degli antibiotici e subito dopo sulle condizioni mediche che ne richiedono l'assunzione; seguono per importanza le informazioni sulle resistenze, sulla prescrizione e sul collegamento tra salute umana, animali e ambiente.

Gli animali da allevamento ammalati devono esser trattati con antibiotici se questo è il trattamento più appropriato? In Italia si pareggiano le risposte di chi si dichiara d'accordo o in disaccorso. Nel confronto europeo, invece, prevale il disaccordo: il 56% degli europei intervistati risponde di essere in totale accordo, una percentuale che scende al 44% negli italiani fra i quali emergono i rispondenti che si dichiarano "in totale disaccordo" e una percentuale residuale di chi "non sa" più elevata che nel resto d'Europa. Regno Unito e Finlandia sono i Paesi dove si sono raggiunte le più alte percentuali di rispondenti "in totale accordo".

Per contro, gli italiani sono più preparati rispetto al campione europeo sul fatto che l'utilizzo di antimicrobici per stimolare la crescita degli animali d'allevamento  in Europa è proibito, benchè - nel contesto nazionale- chi dichiara di non sapere del divieto supera la percentuale di chi dichiara di esserne a conoscenza. Eccellle in preparazione sul tema l'Olanda.

Mentre per i cittadini europei, nel complesso, il contrasto all'antibiotico-resistenza, si realizza efficacemente a livello internazionale, per gli italiani è quello nazionale/regionale ad essere considerato più efficace.

L'indagine è stata condotta nell'ambito della strategia dell'UE per la lotta contro la resistenza antimicrobica. Gli argomenti trattati comprendono: il consumo nel corso dell'ultimo anno, la conoscenza pubblica circa gli antibiotici, l'impatto delle informazioni ricevute dagli operatori sanitari e dei media, la percezione della risposta politica più appropriata per la resistenza agli antibiotici e gli atteggiamenti verso l'uso di antibiotici in agricoltura e nell'ambiente.

Conclusioni di Eurobarometro- Nel sondaggio, un terzo (34%) degli europei dichiara di aver assunto antibiotici negli ultimi 12 mesi. L'uso di antibiotici è rimasto a un livello simile a quello emerso dal sondaggio del 2013 dopo il netto calo riscontrato  tra il 2009 e il 2013 (dal 40% al 35%). La stragrande maggioranza degli intervistati ne fa uso dopo consulto medico-sanitario, ma rimane una minoranza persistente (5% di coloro che assumono antibiotici) che ne fanno uso senza prescrizione, contrariamente alla raccomandazione UE che tutti gli antibiotici negli Stati membri siano dispensati solo su prescrizione medica.
La conoscenza generale di antibiotici rimane piuttosto bassa: come nel 2013, circa un quarto (24%) degli europei sono in grado di dare la risposta corretta a quattro domande su questo argomento. In particolare, meno della metà (43%) degli europei sa che gli antibiotici sono inefficaci contro i virus, e solo poco più della metà (56%) sa che sono inefficaci contro raffreddori e influenza. Infatti, l'influenza rimane uno dei motivi più comunemente citati per l'assunzione di antibiotici.
C'è un legame tra conoscenza e l'uso di antibiotici: quelli con maggiore conoscenze tendono a ridurne l'uso. La preparazione è generalmente inferiore tra i Paesi con bassi livelli di istruzione e condizioni economiche peggiori: questi gruppi sono più propensi a usare antibiotici. Coloro che sono stati esposti ad informazioni di qualsiasi tipo hanno una migliore conoscenza degli antibiotici.

Nel complesso, la sfida rimane la capacità di fornire informazioni efficaci agli europei che attualmente hanno una bassa conoscenza e consapevolezza - e che sono anche più propensi a usare antibiotici. La mancanza di cambiamenti rispetto all' indagine del 2013 suggerisce la necessità  un rinnovato sforzo per modificare la consapevolezza e il comportamento del pubblico.


pdfEUROBAROMETRO_ANTIBIOTICI_IT.pdf1.91 MB
pdfUSE_OF_ANTIBIOTICS_IN_FARM_ANIMALS_UE.pdf544.8 KB (sintesi)


Antimicrobial Resistance, Eurobarometer Survey 2016