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DOPO LA CONFERENZA DI BRUXELLES

Il futuro europeo di animali domestici e randagi

Il futuro europeo di animali domestici e randagi
A pochi giorni dalla prima Conferenza di Bruxelles sugli animali da compagnia, approda alla GUCE la risoluzione del Parlamento Europeo che chiede l'istituzione di un quadro giuridico comunitario per gli animali da compagnia e i randagi. Oggi 100 milioni di cani e gatti non hanno una legislazione comunitaria di tutela protezionistica e sanitaria.

La risoluzione, approvata dagli eurodeputati a luglio del 2012, è rimasta lettera morta fino alla Conferenza di ottobre, The welfare of dogs and cats in the EU - "Building a Europe that cares for companion animals". In quella sede le  autorità europee e nazionali, proprio prendendo le mosse dalla risoluzione dell'Europarlamento, hanno avviato i primi passi verso una valutazione d'impatto normativo.
Il consesso di Bruxelles è giunto a conclusioni prudenti, ma in linea con la risoluzione del Parlamento resa ufficiale dalla pubblicazione sulla GUCE del 29 novembre scorso.

La risoluzione invita la Commissione a proporre un quadro giuridico dell'UE per la protezione degli animali da compagnia e degli animali randagi, che contempli:
— norme per l'identificazione e la registrazione degli animali,
— strategie di gestione degli animali randagi, tra cui programmi di vaccinazione e di castrazione,
— misure di promozione della proprietà responsabile,
— divieto di canili e rifugi non autorizzati,
— divieto di uccidere animali randagi senza indicazione medica,
— programmi scolastici di informazione e di istruzione sul benessere degli animali,
— severe sanzioni nei confronti di qualunque Stato membro che non ottemperi alle norme;

Le conclusioni della Conferenza di Bruxelles hanno portato in primo luogo a lanciare uno studio sul benessere dei cani e dei gatti oggetto di transazioni commerciali e a decidere di utilizzare i risultati di questo studio per decidere il da farsi. La lezione principale che le autorità europee hanno voluto trarre dalla Conferenza è stata riassunta in tre priorità condivise:
- l'esigenza di definire principi generali e indicatori di benessere del cane e del gatto
- l'esigenza di includere la tutela di cani e gatti nella sfera d'azione di un network pan-europeo di centri di referenza
- l'esigenza di definire requisiti fondamentali di competenza nel settore degli animali da compagnia

Senza trascurare l'esistenza di programmi di ricerca per gli animali da compagnia in Horizon 2020, la Conferenza di Bruxelles ha messo l'accento sull'esigenza di attenersi a criteri scientifici e di definire in modo più chiaro ruoli e responsabilità delle associazioni protezionistiche. Identificazione e registrazioni sono stati considerati strumenti fondamentali per la tutela della sanità pubblica, così come è stato ritenuto innegabile e scientificamente dimostrato (cfr. Callisto Project) il ruolo sanitario dei pets per proprietari e famiglie, in quanto fattori di prevenzione delle malattie e miglioramento dello stile di vita.

Il Ministero della Salute italiano ha annunciato la volontà di organizzare una seconda conferenza europea sugli animali da compagnia, nel 2014, durante il semestre di presidenza italiana della UE.