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IVA

Anmvi a Saccomanni: le cure veterinarie non sono consumi

Anmvi a Saccomanni: le cure veterinarie non sono consumi
Iva e agevolazioni fiscali, Anmvi a Saccomanni: “le cure veterinarie non rientrano nei consumi”. Evitare l'aumento del 1 Ottobre e riformare l'iva sulle cure veterinarie. Non sono consumi, ma prevenzione per la sanità animale e la salute pubblica.

 

Nessun Governo fino ad oggi ha saputo riposizionare l’imposta sul valore aggiunto che grava sulle prestazioni veterinarie collocandole, almeno, nella fascia dell'aliquota agevolata al 10 per cento come già avviene per i medicinali.

Il rischio di un aumento ai massimi storici del 22 percento, sarà un duro colpo per tutte le norme di legge che impongono o incoraggiano la registrazione nelle anagrafi ufficiali dei cani, le sterilizzazioni per ridurre il sovraffollamento dei canili, che costano alle tasche dei contribuenti e alle finanze pubbliche ingenti spese.

Si faccia spending review attraverso piani di controllo della popolazione animale e si quantifichino i risparmi per il SSN con la prevenzione delle malattie trasmissibili, dalla leishmaniosi canina alla rabbia silvestre.

Tutto questo non si verificherà se le cure veterinarie continueranno a gravare fiscalmente sui cittadini quanto i beni di lusso voluttuari. Lo stesso errore commesso dal redditometro che mette le spese veterinarie sullo stesso piano dei gioielli e dell'antiquariato. Molti proprietari per non versare l'iva e per paura del redditometro stanno già facendo mancare adempimenti obbligatori come la microchippatura e prestazioni di base come le profilassi per risparmiare o per non incappare nelle trappole del fisco.



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