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SE NON ORA QUANDO?

Lettera aperta dell’ANMVI ai parlamentari veterinari

Lettera aperta dell’ANMVI ai parlamentari veterinari
Il Presidente dell'ANMVI ha inviato una lettera aperta ai veterinari parlamentari della XVII Legislatura. Agli On Ilaria Capua, On Paolo Cova e Sen Sante Zuffada si propone una lettura critica del corpus normativo e riflessioni per un approccio legislativo informato e arricchito dalla competenza veterinaria. Le risposte  saranno pubblicate.
"Onorevoli Colleghi... se non ora quando?". E' il titolo della lettera aperta indirizzata ai tre parlamentari veterinari all'indomani dal loro insediamento. Non un elenco di desiderata, ma dodici punti– scrive il Presidente Melosi- "per un atteggiamento legislativo complessivo e generale che ci auguriamo possiate fare Vostro".

Di seguito un estratto della lettera aperta pubblicata integralmente su Professione Veterinaria.

Leggi anacronistiche - Un esempio di inadeguatezza storica è la Legge 281 del 1991. La Legge 281 non dà risposte alle attuali esigenze di controllo gestionale degli animali d'affezione, di controllo della spesa pubblica e di diffusione della cultura della prevenzione. Si sono lasciati allo strumento dell'ordinanza urgente e contingibile- per sua natura provvisorio- i grandi temi sociali dell'incolumità pubblica, del controllo della popolazione animale, dell'educazione al possesso responsabile, degli avvelenamenti; il risultato è stato di impegnare lo Stato in confronti giudiziari che hanno inficiato l'efficacia stessa delle ordinanze, e in confronti istituzionali frustranti con amministrazioni territoriali più inclini ad indebolirne la portata impositiva che a favorirne una puntuale applicazione.

Leggi conservatrici – E' palese l'inappropriatezza del Sistema Pubblico e delle Pubbliche Amministrazioni, in genere, nel trattare tutta la questione con una visione più moderna del sistema veterinario e improntata a criteri di risparmio, ormai ineludibili. L'ostinazione a rifiutare l'ingresso della veterinaria privata nel sistema-salute, oltre che contrario all'indirizzo politico dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE), va a detrimento del sistema stesso. La mancata revisione dei LEA della veterinaria, all'insegna di una riorganizzazione dell'offerta delle prestazioni veterinarie radicalmente diversa da un modello valevole solo per la medicina ospedaliera, evidenzia l'arroccamento del Sistema Pubblico e l'azzardo di spesa pubblica per la realizzazione di opere pubbliche veterinarie di dubbia compatibilità con le missioni istituzionali delle ASL. 5.

Leggi fatte per gli altri - Come quella sui LEA e sulla libera professione intramuraria, anche la normativa sull'Educazione Continua in Medicina risente di una pedissequa e acritica trasposizione dal settore medico a quello veterinario. Alle rimostranze dei liberi professionisti, la Commissione Ecm ha risposto con una ostinata rivendicazione dell'obbligo, smentita dalla Corte Costituzionale e dal disimpegno del Tesoro nei riguardi delle garanzie di agevolazione fiscale previste dalle norme in materia.

Leggi mancanti - Tutto il settore zootecnico e – a stretto giro quello della prevenzione delle malattie- non vede ancora cucita la rete della sorveglianza, attiva e passiva, una rete che intesse la sua prima maglia proprio in allevamento, ovvero nella produzione primaria. Il dibattito è maturo in Europa per una nuova Animal Health Law, unita a quella della Food Law, ma vede il nostro Paese ancora in pieno vuoto legislativo per quanto attiene al completamento delle reti di epidemio-sorveglianza e all'ingresso del veterinario d'azienda nei processi di osservazione e di prevenzione delle condizioni sanitarie e di benessere degli animali produttori di alimenti.
Si è dovuto attendere il cosiddetto horsegate, per una riflessione nazionale sull'esigenza di una anagrafe sanitaria degli equidi, dopo decenni di gravi disfunzionalità dell'anagrafe accasata, con finalità meramente produttive, al Dicastero delle Politiche Agricole. Fino ad ora poco o niente è stato previsto per favorire la sorveglianza epidemiologica nel settore degli animali d'affezione. Altrettanto dicasi per una perpetuata trascuratezza dell'enorme serbatoio di informazioni epidemiologiche conservate nella professione clinica degli animali produttori.

Leggi inattuabili - La riforma del Codice della Strada (Art. 31 della legge 29 luglio 2010, n. 120) ha introdotto l'obbligo di soccorso agli animali vittime di incidenti della strada. Il Legislatore, pur sorretto da validi principi, ha scaricato sul cittadino e sulle strutture veterinarie private l'onere di adempiervi, senza preoccuparsi di verificare le coperture finanziarie né di organizzare una rete di servizio in grado di mettere il cittadino e il soccorritore nelle condizioni di assolvere all'obbligo.

Leggi a-scientifiche - La Legge 11 dicembre 2012, n. 220 (Riforma del condominio) utilizza impropriamente la terminologia "animali domestici" con esiti forieri di aumentare quel contenzioso condominiale che la norma si prefigge di depotenziare. Ulteriori esempi di sollecitazioni a-scientifiche si ritrovano nella ciclica riproposizione del divieto di detenzione di cani di razze, cosiddette pericolose, incorrendo in pregiudizi culturali che non trovano conforto nella letteratura scientifica e nella medicina veterinaria comportamentale. A-scientifico è tutto il dibattito sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici, dal quale le voci della ricerca e della scienza sono state bandite, anteponendo le ragioni del protezionismo irrazionale e ideologico a quelle di un protezionismo effettivo, razionale scientifico. Ne è derivato il mancato recepimento della Direttiva 36/2010.
Altrettanto meritevole di esplorazione scientifica è il fenomeno dell'antibiotico-resistenza, affinché ne siano correttamente individuate le cause, le dinamiche e i rimedi, allontanando improvvide proposte di drastica sottrazione di rimedi terapeutici ancora necessari. Del tutto privo, infine, in Italia come in Europa, di basi scientifiche consolidate è il concetto di benessere animale (a cui si collegano i concetti di coscienza, sofferenza, dolore, 'senzienza', tutt'ora oggetto di ricerca scientifica) e la sua applicabilità nella pratica quotidiana del professionista.

Leggi costose- Per il Legislatore Europeo, dal quale deriva l'80% della regolamentazione per quanto attiene il benessere degli animali produttori di alimenti, il concetto di animal welfare non coincide con la mera tutela sentimentale, ma si pone quale fattore produttivo, atto ad innalzare la qualità etica e commerciale delle produzioni alimentari sul mercato comunitario. Forzature del principio di protezionismo si prestano- e le cronache europee lo testimoniano- a pretestuose competizioni per alterare gli equilibri sul mercato degli scambi alimentari comunitari che vedono l'Italia fra i leader mondiali assoluti del settore.

Leggi punitive - Parimenti a-scientifico è il concetto di maltrattamento animale, quale ricavabile dall'attuale Codice Penale nei casi in cui l'applicazione degli artt. 544-ter e 727 tende a prescindere
dall'accertamento diagnostico e ufficiale. Si ritiene che la Legislazione sulla tutela animale non sia oggi adeguatamente bilanciata da misure di prevenzione dei reati, ma sia piuttosto tendente ad intervenire in chiave punitiva e sanzionatoria, il che presuppone la pregressa consumazione dei reati, per i quali il ristoro sanzionatorio non apporta risultati apprezzabili in chiave di deterrenza. La razionalizzazione dei soggetti preposti agli interventi e alle operazioni di sequestro, in luogo del loro moltiplicarsi, unitamente ad una ampia riflessione normativa sulle procedure di sequestro animale, potrebbero rivelarsi più efficaci nel riconoscere la reale sussistenza dei reati e nel consentire maggiori tutele agli animali oggetto di sequestro, condizione quest'ultima che non può esitare in gestioni inesperte e dannose per l'animale, o peggio, in situazioni di cattività non meno dannose del reato perseguito.

Leggi concorrenti - Crediamo sia necessaria una correzione del Titolo V della Costituzione che restituisca l'organizzazione della Sanità al Ministero che definisce le politiche della Salute. Auspichiamo più coordinamento e più potere decisionale per il Ministero della Salute e al tempo stesso processi normativi più trasparenti e concertati con il Parlamento, specie per quanto riguarda le proposte di Intese e gli Accordi con le Conferenze (Regioni, Stato-Regioni, Unificata) che oltre a rallentare l'esecutività delle politiche di salute, le moltiplicano inutilmente in 22 voci di spesa.

Leggi antieuropee - A Bruxelles sono in preparazione tre riforme basilari per la sanità veterinaria (la riforma del Codice del Farmaco Veterinario, del Pacchetto Igiene e della Sanità Animale). Auspichiamo una collaborazione e coordinamento fra le Camere della Repubblica e gli Eurodeputati italiani, allargata agli stakeholders, per una legislazione coerente con gli adempimenti derivanti dall'appartenenza all'Unione.