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INDAGINE ANMVI SUL FARMACO: I RISULTATI

INDAGINE ANMVI SUL FARMACO: I RISULTATI
Sono pubblicati su Professione Veterinaria i risultati della consultazione sul farmaco veterinario condotta dall'ANMVI. Elaborate le risposte su legislazione e problematiche d'impiego negli animali da compagnia. Ampia la partecipazione con 3921 schede compilate on line, via fax e durante le iniziative congressuali di SCIVAC e SIVAE. Sono pubblicati sul numero 41/2010 di Professione Veterinaria i risultati della consultazione sui medicinali veterinari nel settore degli animali da compagnia, promossa dall'ANMVI, sulla base del questionario predisposto dalla Commissione Farmaco.

Una consultazione molto ampia resa possibile attraverso i canali web, la compilazione cartacea via fax e la partecipazione in occasione di eventi nella sede di Palazzo Trecchi e in sedi esterne. Migliaia le schede pervenute - 3921 in tutto di cui 3.827 valide ai fini delle elaborazioni- che hanno richiesto una analisi minuziosa, soprattutto per quanto attiene le libere osservazioni.

Più dell'88% dei veterinari che hanno aderito alla consultazione ritiene che i farmaci veterinari attualmente registrati, disponibili in Italia non siano sufficientemente adeguati per coprire tutte le esigenze professionali. Un riscontro certamente prevedibile- ma che ora può dirsi suffragato dalla consistenza della partecipazione e dalla percentuale di ritorno- e che nel dettaglio delle carenze, analizzate per categorie farmacologiche, trova l'elemento di maggiore interesse: al primo posto i citostatici-chemioterapici , seguiti da anestetici e antidolorifici e quasi a pari merito gli Antidoti ed i Gastrointestinali.

Per il 76,6% dei veterinari non si giustifica la differenza di prezzo fra medicinale veterinario e "corrispondente" per uso umano, un responso inevitabilmente riconducibile alla considerazione, espressa dal 52,5% che per questa differenza non si trovi una giustificazione nel fatto che il farmaco veterinario offra maggiori vantaggi in termini di sicurezza di utilizzo, forma farmaceutica, comodità di somministrazione e presenza di eccipienti specifici.

La stragrande maggioranza (84,5%) riconosce tuttavia che negli ultimi anni le aziende farmaceutiche hanno introdotto sul mercato italiano novità farmaceutiche interessanti e utili.

Al primo posto fra gli aspetti più importanti della distribuzione del farmaco veterinario attraverso le strutture veterinarie, come già avviene in altri Paesi europei, figura la reperibilità del prodotto: quasi il 95%, è convinto che la distribuzione diretta risolverebbe i problemi di reperibilità. Molto alta (quasi il 90%) anche la percentuale di chi vede un vantaggio nell'inizio immediato della terapia e di chi (75,5%) mette l'accento sul rispetto della terapia. L'88% dei veterinari risponde esprimendo reale interesse per la cessione diretta del farmaco, incoraggiando l'ANMVI a proseguire nelle azioni politiche a sostegno di questa opportunità.

Il 70% dei veterinari rivela interesse e fiducia verso i generici nel settore veterinario, a condizione che diano le stesse garanzie del farmaco originale, malgrado un diffuso scetticismo confermato da un elevato numero di schede (739) che sull'argomento si astiene.

Invocata dal 96% la libertà di scelta terapeutica da parte del medico veterinario, ma a fronte dell'assunzione di responsabilità e rischi inevitabilmente connessi a questo comportamento professionale. Una richiesta che si lega alla altrettanto forte richiesta di allargare le maglie delle eccezioni al rigore della "cascata", in attesa della revisione dell'impianto legislativo europeo e nazionale, e di disporre in questo senso di linee guida ministeriali.

Deludente infine, anche se non sorprendente, la risposta sull'attività di farmacovigilanza che la maggior parte dei veterinari dichiara di non fare non sapendo come e quando fare le segnalazioni, a fronte di un alto numero di partecipanti che ritiene il sistema troppo complicato.

Con i risultati di questa indagine l'ANMVI si sta confrontando, insieme alla FNOVI, con il Ministero della Salute, AISA e Ascofarve, alla vigilia di una revisione normativa alla quale stanno lavorando sia l'Italia che l'Europa.

La consultazione - avviata a giugno e conclusa il 31 ottobre scorso- aveva preso le  mosse da una richiesta del  Sottosegretario di Stato alla Salute On Francesca Martini, che aveva condiviso l'opportunità di avviare un'ampia indagine fra i veterinari, suggerendo all'ANMVI alcuni temi di confronto.

 


Il dettaglio dell'indagine è pubblicato su Professione Veterinaria 41/2010.