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SIVE, ATTIVARE SISTEMA EPIDEMIOSORVEGLIANZA

SIVE, ATTIVARE SISTEMA EPIDEMIOSORVEGLIANZA
I Presidenti di ANMVI, SIVE e FNOVI hanno scritto al Ministero della Salute chiedendo "che venga messo in atto, al più presto, un sistema di informazione, in tempo reale, riguardante le segnalazioni dei focolai di tutte le malattie degli equidi".

I Presidenti di ANMVI, SIVE e FNOVI hanno scritto al Sottosegretario di Stato alla Salute Francesca Martini, al Capo Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, Romano Marabelli e al Direttore Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario,Gaetana Ferri, chiedendo "che venga messo in atto, al più presto, un sistema di informazione, in tempo reale, riguardante le segnalazioni dei focolai di tutte le malattie degli equidi".

La nota si riferisce, in particolare a quelle incluse nel Codes of Practice on Equine Diseases, "con chiarimenti riguardanti la consistenza del focolaio e la tipologia degli equini interessati, dati che devono poter essere condivisi a livello internazionale, con l'unico obiettivo comune di implementare e migliorare i sistemi di prevenzione e limitazione del diffondersi delle malattie infettive".

I Presidenti firmatari, Sandro Barbacini (ANMVI), Giorgio Ricardi (SIVE) e Gaetano Penocchio (FNOVI) riportano all'attenzione del Ministero della Salute "l'importanza della trasparenza e della disponibilità dei dati riguardanti le malattie infettive degli equini e la situazione epidemiologica italiana". "Si ritiene, infatti- scrivono- che tali dati siano indispensabili non solo per lo svolgimento della pratica quotidiana dei medici veterinari liberi professionisti, ma anche per i veterinari pubblici impegnati in ambito ippiatrico, che insieme lavorano per la tutela della salute del patrimonio equino italiano. E' innegabile - sottolineano- che l'informazione in tempo reali ottimizzi la diagnostica e i sistemi di controllo della diffusione delle malattie".

La nota allega anche una lettera sottoscritta da associazioni veterinarie e allevatoriali internazionali, fra cui BEVA, FEEVA e AVC, a sostegno del miglioramento su scala internazionale della circolazione di informazioni riguardanti le malattie infettive degli equidi. La SIVE da tempo partecipa a diversi circuiti di epidemiosorveglianza internazionali (ICC, con sede a Newmarket e RESPE francese), nell'intento di creare un canale di comunicazione e di scambio di informazioni su eventuali focolai di malattie riguardanti gli equini, con il fine di tutelare l'aspetto sanitario dell'industria del cavallo internazionale.

"Tale impegno - è scritto nella nota inviata al Ministero - è scaturito da un esplicito invito alla partecipazione da parte delle rappresentanze veterinarie dei paesi maggiormente coinvolti nelle movimentazioni dei cavalli sportivi italiani. Tale compito, molto spesso, è reso praticamente impossibile dalla mancanza di dati ufficiali da riportare".

La situazione ha raggiunto "un punto di crisi con gli eventi riguardanti l'anemia infettiva del 2006, si ripresenta oggi con le segnalazioni dei focolai di Morbo Coitale Maligno. Queste segnalazioni, in mancanza di chiarimenti di natura epidemiologica, determinano diffidenza e sospetto nei Paesi che condividono con l'Italia movimentazioni di cavalli sportivi e da riproduzione, come dimostrato dalle note del DEFRA, emesse in seguito ai casi di durina".

Due gli esempi virtuosi citati nella nota: "il lavoro svolto dall'IZS di Teramo, in particolare dal CESME, di grandissima utilità e importanza, così come sempre precisa e puntuale è stato l'aggiornamento dello stesso CESME sui casi di West Nile Disease"; e ancora la "la recentissima pubblicazione dei dati sull'Anemia Infettiva Equina nel portale del CRAIE".

ANMVI SIVE e FNOVI sottolineano che "l'allevamento italiano del purosangue inglese risente in modo estremamente negativo di questa situazione, l'atteggiamento di forte cautela nei confronti delle fattrici italiane che vanno all'estero per la monta esita in un grave danno, non solo economico per gli allevatori italiani, ma anche di immagine per tutti gli attori della filiera, compresi i veterinari italiani".

La stessa partecipazione dell'Italia al Codes of Practice on Equine Diseases (Codice volontario di buone pratiche veterinarie, nato con lo scopo di uniformare i sistemi di prevenzione delle principali malattie infettive del cavallo, sottoscritto da Inghilterra, Irlanda, Francia, Germania e Italia), "rischia di essere oggi messa in discussione, per la mancanza di chiarezza circa la situazione sanitaria dei cavalli di razza purosangue".

Allegati
pdf ATTIVAZIONE SISTEMA DI EPIDEMIOSORVEGLIANZA.pdf
pdf LETTERA ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI.pdf