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CAUDOTOMIA, ANMVI RISPONDE AL MINISTRO

CAUDOTOMIA, ANMVI RISPONDE AL MINISTRO
L'ANMVI ha scritto al Ministro della Salute, On Ferruccio in Fazio, in risposta alle sue "indicazioni tecniche" sulla caudotomia. L'ANMVI evidenzia che la professione medico-veterinaria non è stata consultata e chiede al Ministro un urgente confronto. La Legge di ratifica della Convenzione Europea per la protezione europea degli animali da compagnia ha già adeguatamente regolamentato divieti ed eccezioni.

L'ANMVI ha inviato una lettera al Ministro della Salute, On Ferruccio  Fazio, in risposta alla nota ricevuta il 23 marzo u.s. recante "indicazioni tecniche sul trattamento di cani impiegati in talune attività".

L'ANMVI, prende atto dell'iniziativa del Ministro, ma evidenzia che l'inaspettato chiarimento non è stato preceduto da alcuna consultazione con la professione medico-veterinaria.

Con riferimento agli interventi chirurgici destinati a modificare l'aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi, l'ANMVI sottolinea che la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, a cui la Legge italiana dà "piena ed intera esecuzione", disciplina già, in termini adeguati il divieto e le relative deroghe, autorizzando le eccezioni solo ed esclusivamente "se un veterinario considera un intervento non curativo necessario sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell'interesse di un determinato animale".

La Convenzione e la Legge di ratifica n.201/2010, correttamente e chiaramente, attribuiscono al Medico Veterinario, e solo al Medico Veterinario, la competenza, la scienza, la coscienza e l'autorevolezza necessarie ad applicare il divieto in parola e le relative eccezioni.

Si ritiene pertanto che l'iniziativa del Ministro della Salute, nell'individuare delle fattispecie eccezionali, sopravanzi l'autorità decisionale del Medico Veterinario e le collochi al di fuori dell'alveo decisionale attribuito dalla Legge al Medico Veterinario.

Si ritiene inoltre che il Medico Veterinario non sia adeguatamente tutelato da indicazioni tecniche suscettibili di esporlo a possibili risvolti penali riconducibili a quel reato di maltrattamento animale che proprio la Legge 201/2010 ha inasprito.

Per queste ragioni, l'ANMVI chiede al Ministro della Salute un urgente confronto.