• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31306

SICUREZZA ALIMENTARE, L’ISS PER IL PROGETTO AQUAMAX

SICUREZZA ALIMENTARE, L’ISS PER IL PROGETTO AQUAMAX
I ricercatori del progetto Aquamax hanno messo a punto mangimi a base di vegetali per salmoni, trote e orate per sostituire quelli tradizionali fatti con farine e oli animali. Se i pesci fossero vegetariani, sarebbero più sicuri per l'uomo, meno "costosi" per l'ambiente, ma altrettanto ricchi dal punto di vista nutrizionale. Il contributo dell'Istituto Superiore Sanità.

Se i pesci fossero vegetariani, sarebbero più sicuri per l'uomo, meno "costosi" per l'ambiente, ma altrettanto ricchi dal punto di vista nutrizionale? Sì, secondo i ricercatori del progetto Aquamax che hanno messo a punto mangimi a base di vegetali per salmoni, trote e orate per sostituire quelli tradizionali fatti con farine e oli animali con risultati molto positivi.

Aquamax ("Sustainable aquafeeds to maximise the health benefits of farmed fish for consumers") è stato finanziato dall'Ue con 10,5 milioni di euro e coordinato dall'Istituto nazionale norvegese di ricerca sull'alimentazione e gli alimenti marini (Nifes). Il consorzio ha riunito 33 partner provenienti da Belgio, Cina, Estonia, Francia, Germania, Grecia, India, Norvegia, Regno Unito, Spagna, Svezia e Ungheria.

Allo studio ha partecipato anche l‘Italia, attraverso l'Istituto superiore di sanità. In particolare, all'Iss è stato affidato il compito di controllare la sicurezza dei nuovi mangimi "semi-vegetariani". Il progetto si è strutturato in 4 differenti aree di lavoro: 1. sviluppare dei mangimi più salubri per l'acquacoltura e, nel contempo, salvaguardare le risorse marine; 2. studiare gli effetti per la salute umana del consumo di pesce alimentato con questo nuovo sistema, concentrando l'attenzione sulle donne in gravidanza e i bambini allergici; 3. valutare la sicurezza del pesce allevato (salmonidi, orate, carpe) , parte affidata ai tossicologi dell'Iss; 4.comprendere qual è la percezione del pesce d'allevamento da parte dei consumatori e degli scienziati.

Intervistata da ilfattoalimentare.it, la ricercatrice Francesca Maranghi - che ne ha seguito gli aspetti tossicologici - spiega: «Diossina, PCB e ritardanti di fiamma (due in particolare, esabromociclododecano e PBDE47) sono stati individuati da Aquamax come i più presenti nel pesce, soprattutto nelle specie ad alto contenuto lipidico come isalmoni, sgombri, anguille che, tra l'altro, sono predatori all'apice della catena alimentare (e quindi "accumulano" i contaminanti presenti nelle specie ittiche di cui si nutrono direttamente oppure attraverso i mangimi). Lo studio si concentrato sulla produzione di mangimi privi di contaminanti».

Mettendo a punto un mangime per i pesci di allevamento più ricco di componenti vegetali riducendo quelle animali (farine e oli di pesce) diminuisce anche la presenza di contaminanti. Il rischio è di far "dimagrire" troppo salmoni, trote & C. e modificarne le caratteristiche organolettiche e nutrizionali. «Per esempio - puntualizza Maranghi - alterando il rapporto tra acidi grassi omega 3 e omega 6 si potrebbe compromettere l'obiettivo finale di avere un prodotto alimentare sano ma anche salutare. Per mettere a punto la miscela "giusta" ci sono voluti anni di lavoro, studiando diverse soluzioni e utilizzando diversi tipi di oli vegetali per ridurre il più possibile la parte proteica animale a rischio di contaminazione modificando il meno possibile le caratteristiche intrinseche del pesce. Le valutazioni conclusive sono state fatte su due gruppi vulnerabili di popolazione: bambini e donne in gravidanza».