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ANMVI: LOGICA TRABALLANTE NEL PARERE ANTITRUST

ANMVI: LOGICA TRABALLANTE NEL PARERE ANTITRUST
L'Antitrust parla erroneamente di "numero chiuso". Forza la mano, ma si contraddice lo stesso. Ad essere limitate non sono le possibilità di accesso, ma lo sbocco occupazionale. L'Antitrust ammette un "ridotto fabbisogno di professionalità" e se la logica è il mercato, ha ragione a contestare il parametro del Servizio Sanitario Nazionale. Basta con scelte irresponsabili.

L'accesso alla professione medico veterinaria si basa sul numero "programmato" e non sul numero "chiuso", ma la forzatura terminologica fa gioco all'Antitrust per orientare il Parlamento e il Governo verso le sue solite tesi: le "ingiustificate limitazioni" all'accesso e della concorrenza tra professionisti. E dunque fuori l'Ordine dal Tavolo del Ministero dell'Università.

Tesi traballanti che portano il Garante della Concorrenza a contraddirsi in un più di un passaggio. Ad esempio dove si sostiene che le restrizioni all'accesso sono "giustificabili solo in presenza di importanti asimmetrie informative"; se questo è vero, il numero programmato non dovrebbe essere messo in discussione per una professione medica come quella veterinaria.

E se è vero, come l'Antitrust riconosce, che la determinazione del numero "dovrebbe fondarsi esclusivamente su valutazioni attinenti all'adeguatezza dell'offerta formativa", il Garante dovrebbe comprendere che quel numero è destinato a gioco-forza destinato a contrarsi per l'inadeguatezza di alcune sedi a corrispondere agli standard didattici europei". L'adeguamento agli standard EAEVE - che l'Antitrust non mette in discussione- comporta una razionalizzazione delle risorse, perseguibile riducendo le sedi universitarie e chiudendo le Facoltà "di carta".

Un'altra contraddizione sta nel considerare la "verifica del fabbisogno produttivo" una "barriera all'entrata". Se l'Antitrust fosse più fedele alle logiche del mercato, dovrebbe riflettere su quel "ridotto fabbisogno di professionalità" di cui fa menzione, incoraggiando al massimo la verifica del fabbisogno produttivo, la responsabilizzazione dell'Università nei confronti dei propri laureati e l'orientamento alla formazione universitaria, per arrestare la produzione dei veterinari disoccupati. Peraltro nella logica dell'Antitrust non vediamo neppure un accenno agli sbilanciamenti socio culturali della professione e men che meno un solido ancoraggio alla realtà del Paese: con quale logica si aprono completamente le porte delle 14 sedi universitarie senza un'analisi del fabbisogno formativo rispetto all'area geografica che esprime il concreto bisogno di professionisti?

Seguendo una logica veramente di mercato, l'Antitrust dice bene solo quando non condivide la scelta legislativa di parametrare il numero programmato alla situazione occupazionale dei veterinari del Servizio Sanitario Nazionale. Con questa logica le Regioni esprimono numeri di fantasia, senza alcuna capacità di assorbimento dei nuovi laureati in medicina veterinaria, scaricando la responsabilità di queste determinazioni sul libero mercato professionale ormai asfittico e in balia di una insana, esasperata competizione, che non fa bene nemmeno alla salute dei pazienti.

COMUNICATO SIVEMP: L'ANTITRUST S'INFORMI

Allegati
pdf IL COMUNICATO INVIATO DAL SIVEMP AD @NMVI OGGI.pdf
pdf SEGNALAZIONE ANTITRUST SUL NUMERO CHIUSO.pdf