Le larve di trichinella che infestavano la carne consumata da una famiglia di Orgosolo lo scorso 7 gennaio sono dello stesso tipo di quelle trovate nel Supramonte cinque anni fa. L'Istituto Superiore di Sanità conferma la stessa tipologia di larva del 2005. Lo Zooprofilattico accerta la circolazione delle trichine sul territorio. Parla il responsabile del Dipartimento di Nuoro. Le larve di trichinella che infestavano la carne consumata da una famiglia di Orgosolo lo scorso 7 gennaio sono dello stesso tipo di quelle trovate nel Supramonte cinque anni fa. La conferma è arrivata dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), che ha concluso gli esami di laboratorio sui campioni inviati dall'Istituto Zooprofilattico della Sardegna la settimana scorsa. Secondo il Centro internazionale di riferimento dell'ISS, che ha eseguito la tipizzazione «mediante Multiplex PCR» in grado di identificare le diverse specie di trichina, le larve erano del tipo britovi, cioè le stesse riscontrate nel 2005 e nel 2007 ad Orgosolo.
Intanto, l'Istituto Zooprofilattico della Sardegna ha terminato le analisi sugli altri campioni sequestrati dai Servizi veterinari della Asl 3. «Tutti i campioni sono risultati positivi con un elevato numero di larve per grammo di muscolo - conferma il responsabile del Dipartimento di Nuoro, Ennio Bandino -. In particolare i muscoli della testa del suino avevano 119,2 larve per grammo, a fronte di 32,8 larve/grammo delle salsicce, 29 della pancetta e 16 del prosciutto».
«Ma il dato più allarmante - commenta l'esperto dell'Izs - è che, nonostante non ci siano stati focolai ufficiali negli ultimi tre anni, la trichinella britovi continua a circolare nei suini bradi e presumibilmente nella fauna selvatica del territorio di Orgosolo. Questo trova conferme non solo dall'Istituto Superiore di Sanità, ma anche dalle nostre ultime analisi, che dimostrano la presenza di una infestazione relativamente recente nella carne sequestrata. Infatti - spiega Bandino - la Trichinella britovi comincia a inattivarsi e calcificare dopo sei mesi di presenza nei muscoli dell'animale. Perciò, se la carne fosse stata infestata nel 2005, avremmo dovuto osservare della larve calcificate. Cosa che non è avvenuta».
Quindi, la conclusione è che il maiale macellato è stato infestato in un periodo relativamente recente, inferiore a sei mesi, e che lo stesso tipo di larve di cinque anni fa continua a circolare da un animale all'altro. Ma c'è di più. «Nella carne messa nel congelatore 37 giorni fa dal proprietario, abbiamo trovato ancora qualche larva vitale - conclude il dottor Bandino -. Ciò conferma che la conservazione dei prodotti nei congelatori domestici non garantisce la completa inattivazione delle trichine in 3-4 settimane come si pensava». (fonte: alguer)