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CHIP E STERILIZZAZIONI, I COMUNI CE LA FARANNO?

CHIP E STERILIZZAZIONI,  I COMUNI CE LA FARANNO?
Microchippatura di tutti i cani ritrovati nel proprio territorio, iscrizione presso l'anagrafe canina e sterilizzazione entro il termine di 60 giorni. Lo prevedeva l'ordinanza ministeriale 16 luglio 2009 sospesa dal Consiglio di Stato per altre motivazioni. Ma l'interrogazione parlamentare dell'On Lucia Codurelli su quel provvedimento resta d' attualità.

L'ordinanza ministeriale del 16 luglio 2009, sospesa dal Tar del Lazio e poi dal Consiglio di Stato, non conteneva solo le disposizioni per le quali è stata impugnata, ma introduceva anche misure per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione. Non si occupava solo di procedure d'appalto per i canili, ma aveva l'obiettivo di evitare che i cani possano essere trasferiti, in alcuni casi anche per lunghe distanze, in assenza di misure e prescrizioni sanitarie idonee a garantirne la tutela e il benessere ed evitarne lo stress.


Fra le misure previste ne figuravano alcune che hanno sollevato l'attenzione dell'On Lucia Codurelli, firmataria di una interrogazione parlamentare dai contenuti ancora attuali e per la quale, infatti, sarà chiamata a rispondere mercoledì prossimo Francesca Martini, Sottosegretario alla Salute. La domanda è: come aiutare i Comuni a far fronte agli adempimenti loro attribuiti?

Il provvedimento in questione prevedeva, l'obbligo per i comuni di procedere alla «microchippatura» di tutti i cani ritrovati nel proprio territorio, alla loro iscrizione presso l'anagrafe canina comunale e alla sterilizzazione entro il termine di 60 giorni; inoltre prevedeva che il sindaco sia il responsabile dei cani prelevati nel proprio comune e che debba effettuare verifiche periodiche sullo stato di salute e benessere degli stessi (almeno una volta all'anno) nonché comunicare i risultati sullo stato di salute degli animali almeno una volta all'anno anche nel rendiconto della gestione in consiglio comunale.

L'On Codurelli chiede di " tenere in considerazione le difficoltà dei comuni, in termini organizzativi ma soprattutto economici" e di prevedere, a fronte di un totale decentramento di funzioni dallo Stato e dalle regioni alle amministrazioni comunali, " adeguati stanziamenti in favore dei comuni per consentire lo svolgimento di tali funzioni".