"L'ENCI non ha alcuna intenzione di venire meno al suo più alto ruolo - afferma il Presidente Francesco Balducci - che è innanzitutto quello di salvaguardare il patrimonio culturale e tecnico della cinofilia italiana, così come giunto fino a noi attraverso quasi 130 anni di passione, abnegazione ed esperienza".
Contrariamente a quanto auspicato in questi giorni da associazioni di settore, è preciso dovere dell'ENCI, al fine di tutelare l'allevamento italiano, favorire il dialogo e promuovere la conoscenza della cinofilia ufficiale anche presso le associazioni di volontariato di differente matrice ed esperienza. Si rileva, infatti, che queste talvolta si contrappongono alla cultura del cane con certificato genealogico proprio per mancanza di conoscenza di metodi e tecniche della selezione promossa dall'ENCI.
"Lontani, dunque da ogni atteggiamento ipocrita e da ogni strumentalizzazione sulla pelle dei nostri cani - prosegue Balducci - vogliamo serrare il dialogo con le diverse componenti del mondo animale, proprio nell'interesse di ogni singolo associato ENCI e della sua passione verso il cane di razza. Se tale approccio vale per le associazioni, figuriamoci se l'ENCI non ritiene strategicamente importante sviluppare un rapporto leale, basato innanzitutto sul rispetto per le competenze di ciascuno, con il Ministero della Salute, le cui attività hanno rilevanti ripercussioni anche sull'allevamento canino".