Il testo (Schema di decreto legislativo recante disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale) tiene conto solo del numero di capi allevati, indipendentemente dalla disponibilità dei terreni dell'azienda per effettuare l'utilizzazione agronomica degli effluenti in base al Dm 7 aprile 2006, con il risultato che sono assoggettate all'autorizzazione per le emissioni anche le stalle con 40 bovini.
Sullo schema di decreto legislativo si è svolta una audizione parlamentare di Confagricoltura che ha espresso "notevoli preoccupazioni e perplessità", perché il testo coinvolge più di 60mila aziende zootecniche che in precedenza non erano assoggettate ad alcun obbligo in materia, "comportando ulteriori costi e incombenze amministrative in un momento di forte crisi economica, che al contrario richiederebbe scelte coraggiose sul piano della semplificazione".
La confederazione agricola ha ricordato che dal 1990 la zootecnia ha contributi oa ridurre le emissioni dell'8,3% e che i criteri ambientali e di buona pratica aziendale imposti dalla condizionalità sono già una garanzia sufficiente ad evitare inutili inasprimenti. (fonte: Agrisole)
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