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STUDIO ANMVI SUL FARMACO SPECIE-SPECIFICO

STUDIO ANMVI SUL FARMACO SPECIE-SPECIFICO
Roberto Villa e Annalisa Zonca del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie dell'Università degli Studi di Milano sono gli autori di una ricerca commissionata dall'ANMVI sulla specificità terapeutica del farmaco veterinario. Pubblicato in corso d'opera uno studio introduttivo sull'importanza del farmaco specie-specifico. Esaminati i fattori critici di prodotto e di specie.

E' pubblicato su Professione Veterinaria il primo contributo della ricerca commissionata da ANMVI sulla specificità del farmaco veterinario nella terapia animale. La ricerca, in corso di svolgimento, è affidata agli esperti Roberto Villa e Annalisa Zonca del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie dell'Università degli Studi di Milano.

Il testo pubblicato in questi giorni è uno studio introduttivo sull'importanza del farmaco specie-specifico per una corretta terapia sull'animale.

Nella terapia degli animali da compagnia il medico veterinario ricorre molto spesso all'uso in deroga utilizzando il farmaco umano in modo empirico. Alla base di tale comportamento ci sono diverse ragioni: la mancanza del farmaco specie-specifico, la convinzione che congeneri di classe più recenti disponibili in medicina umana siano più efficaci, la scarsa reperibilità in farmacia dei prodotti ad uso veterinario e non da ultimo il minor costo dei farmaci generici ad uso umano. Ragioni che spesso prevalgono nella scelta della terapia perché le conoscenze in merito ai possibili problemi connessi a tale pratica non sono sufficienti.


L'esigenza di una ricerca in questo campo, prima ed unica per caratteristiche e finalità d'indagine, è stata avvertita dall'ANMVI nell'ambito della revisione della normativa riguardante il farmaco veterinario.


Lo studio pubblicato, analizza i fattori critici dell'utilizzo extra-etichetta di un farmaco, sia legati al farmaco che alla specie. Nel primo caso i fattori riguardano la solubilità, la permeabilità, la formulazione la palatabilità e gli eccipienti (basti citare a citare ad esempio il polisorbato 80, un surfattante, che non solo può avere effetti tossici nei neonati di molte specie, uomo incluso). Quanto ai fattori legati alla specie, lo studio analizza l'anatomia del tratto gastrointestinale, il tempo di transito gastrointestinale e il volume delle secrezioni gastrointestinali ( che rappresenta uno dei punti cardine nella dissoluzione dei farmaci). E ancora sono fattori di specie: pH dei secreti, sali biliari, il metabolismo e la permeabilità intestinale.


La ricerca voluta dall'ANMVI prende le mosse anche dalle diverse problematiche evidenziatesi nella sua distribuzione (reperibilità, prezzo, uso in deroga del farmaco umano, farmacovigilanza, ecc.). Lo studio pubblicato affronta anche il confronto con il farmaco umano mettendo in luce, attraverso l'analisi del farmaco specie specifico, perché il farmaco ad uso umano in un animale non è sempre così pratico e sicuro.