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PROFESSIONI, ANMVI CHIEDE DISCONTINUITA’

PROFESSIONI, ANMVI CHIEDE DISCONTINUITA’
In occasione dell'indagine conoscitiva avviata in Parlamento, Confprofessioni ha redatto un documento per le Commissioni riunite Giustizia e Attività Produttive della Camera. Il contributo dell'Anmvi al documento di Confprofessioni  punta alla "discontinuità" con politiche "colpevoliste" e  che snaturano le professioni sanitarie. In occasione dell'indagine conoscitiva avviata in Parlamento, Confprofessioni ha redatto un documento per le Commissioni riunite Giustizia e Attività Produttive della Camera. Il contributo dell'Anmvi al documento di Confprofessioni chiede "discontinuità" e punta ad una "netta rottura" con le "politiche colpevoliste che non riconoscono il peso economico delle libere professioni".

La riforma delle professioni dovrebbe essere varata con una Legge quadro di indirizzo generale, con esplicito rinvio all'adozione di un ordinamento di dettaglio lasciato alle singole aree professionali.

Nel testo che riunirà le pdl in esame si vorrebbe leggere l'espressa esclusione (come già nella "direttiva servizi") delle professioni sanitarie dalle norme che disciplinano la concorrenza e il mercato, in netta rottura e discontinuità con le interpretazioni del Trattato Europeo fornite dall'Antitrust nazionale e presenti nella Legge Bersani.

La riforma dovrebbe poi espressamente differenziare il ruolo e le competenze della rappresentanza istituzionale delle professioni (riforma degli Ordini) e della rappresentanza di parte sociale (riforma delle professioni), prevedendo che entrambe siano sempre consultate, per le proprie competenze, dalle Pubbliche Amministrazioni, in tutte le sedi, nazionali regionali e provinciali, ogniqualvolta siano in atto interventi normativi di interesse e prevedendo anche che la consultazione avvenga, quando opportuno, per gruppi omogenei professionali (es. professioni dell'area sanitaria).

Queste in sintesi le osservazioni evidenziate dall'Anmvi:

- consultazione della rappresentanza di parte sociale delle professioni liberali ai tavoli economico-produttivi (decreti di programmazione economica e anticrisi) e di programmazione universitaria (accesso alla professione) in relazione al mercato del lavoro intellettuale e dell'occupazione in ambito professionale


- regolamentazione del praticantato, con agevolazioni e sostegno ai veterinari/strutture che ospitano praticanti


- riconoscimento del ruolo di aggiornamento permanente delle Scuole e Società scientifiche e professionali, con la previsione di agevolare dal punto di vista economico e finanziario l'educazione continua dei professionisti

-ripristino delle tariffe minime obbligatorie e inderogabili nel settore libero-professionale, riconosciute per decreto ministeriale


- adeguamento della disciplina Iva sulle prestazioni veterinarie al principio europeo dell'armonizzazione delle aliquote e della libera circolazione dei professionisti


- riconoscimento del modello contrattuale che regola i rapporti di lavoro fra liberi professionisti come definito da Confprofessioni, in quanto parte sociale riconosciuta, e della disciplina dei rapporti di lavoro (subordinato-parasubordinato - di collaborazione, ecc.)


- società tra professionisti veterinari (STP) che abbiano la maggioranza del capitale, nel Cda e nella responsabilità gestionale; ammessi i soci di capitale, anche non professionisti, purchè in quota di minoranza oppure sia all'ingresso di soci di capitale ma la governance in mano ai professionisti