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LA PIRAMIDE ALIMENTARE NON VALE PER IL PET FOOD

[IMMAGINE2]L'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria dice stop alla pubblicità dei mangimi per animali da compagnia che si richiamano alla piramide alimentare umana. Per il Giurì non ci sono basi scientifiche per l'accostamento con il pet food.

L'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha ordinato la cessazione di comunicazioni pubblicitarie di mangimi per animali da compagnia che si richiamano alla piramide alimentare valida nel campo della nutrizione umana.

Per il Giurì non ci sono basi scientifiche: non è dimostrato "che un criterio di classificazione secondo "qualità" del cibo in ragione degli ingredienti - e quindi come indice guida a una ottimale alimentazione degli animali da compagnia - corrisponda a uno strumento elaborato o riconosciuto in ambito scientifico o comunque suffragato da dati oggettivi, né risulta che la piramide abbia fonte o avallo tecnico-scientifico da parte di soggetti istituzionali e neutrali competenti in materia".

Il riferimento alla scala è anzi " idoneo a indurre i consumatori a ritenere che lo strumento della cosiddetta piramide costituisca una classificazione scientifica e generalmente accreditata e si basi, quanto al criterio di "qualità", su fondamenti oggettivi. Tale effetto è potenziato, in particolare, dall'assonanza della figura con la nota piramide alimentare umana, formula della scienza dell'alimentazione con cui un'apprezzabile parte di pubblico ha ormai familiarità. In realtà la piramide del pet food propone una graduazione di qualità che si rivela sfornita di oggettività e che costituisce una enunciazione unilaterale, risolvendosi in una descrizione con finalità prettamente commerciali".


Il Giurì ha così accolto un ricorso presentato da Assalco e ha disposto la cessazione di comunicazioni pubblicitarie contenenti richiami alla piramide alimentare.