In seguito al lavoro sul territorio dei soci SISCA della provincia di Catania, è iniziata una collaborazione con la Provincia di Catania riguardo al fenomeno del randagismo. Comunicato stampa dell'amministrazione provinciale. Convenzioni con i liberi professionisti. Approccio zoo- antropologico.
In seguito al lavoro sul territorio dei soci SISCA della provincia di Catania, è iniziata una collaborazione con la Provincia di Catania riguardo al fenomeno del randagismo.
Ne dà comunicazione Massimo Di Martino, Coordinatore Gruppo SISCA Sicilia e Calabria Medico Veterinario: "desidero complimentarmi con i colleghi Calabrese, Monfrini e Spada per l'ottimo lavoro, convinto che la strada finora tracciata dal Gruppo SISCA Sicilia e Calabria sia quella giusta per valorizzare la figura del medico veterinario e per promuovere l'approccio zoo antropologico".
Per combattere il fenomeno del randagismo- è scritto nel comunicato della Provincia regionale di Catania - il progetto vede la sinergia tra tutti i Comuni, l'Azienda Sanitaria Locale di Catania, la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Messina, l'Ordine dei Medici Veterinari, le Associazioni Protezionistiche e Animaliste, la Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate, il Consorzio Zooservice di Adrano e Fenascop.
«E' la prima provincia in Italia - ha dichiarato il presidente Giuseppe Castiglione - a mettere in rete tutti gli attori coinvolti dal fenomeno. Una efficace azione di contrasto al randagismo - ha proseguito - non può che essere condotta in ambito sovra comunale, dal momento che il problema ha una dimensione che valica i confini e le possibilità d'intervento dei singoli Comuni. Non è da trascurare inoltre - ha sottolineato Castiglione - che la Provincia solleverà i comuni di circa il 50% della spesa per le iniziative anti randagismo e per il mantenimento dei cani. Un dato significativo riguarda il Comune di Catania, che aveva già previsto in bilancio un capitolo di spesa di 660.000 euro e che ora si ridurrà a 337.000 euro, ottenendo un risparmio considerevole».
Tra le azioni del progetto c'è l'obbligo di iscrizione all'anagrafe canina dei cani di proprietà presso il Servizio Veterinario della Azienda USL; la mappatura della popolazione canina, la sua numerosità e lo stanziamento dei branchi, la dislocazione urbana o rurale, i punti di maggiore concentramento, la presenza attiva di associazioni per la protezione degli animali, il grado di zoofilia dell'ambiente; la dotazione del personale di vigilanza del Comune e della Provincia di lettori per i microchip e l'aumento di controlli sul territorio sui cani di proprietà non iscritti all'anagrafe. Il servizio di cattura cani e di ricovero può essere svolto, per conto dei Comuni, dalla Provincia con l' affidamento a ditte accreditate, Enti o Associazioni riconosciute che operano sul territorio provinciale, in possesso di tutte le certificazioni igienico sanitarie.
È prevista la sterilizzazione chirurgica e farmacologia per i cani randagi e per quelli presenti nelle strutture di ricovero, con il ricorso anche a convenzioni con medici veterinari liberi professionisti, fermo restando che, al fine di contenere il randagismo ed evitare il sovraffollamento dei rifugi per il ricovero, prioritariamente deve essere privilegiata la possibilità, dopo l'intervento di sterilizzazione del cane randagio, della sua successiva reimmissione nel territorio di provenienza. Un aspetto importante è l'educazione, l'aggiornamento e la formazione sanitaria, diretta agli studenti nelle scuole per una corretta convivenza, ai proprietari per una corretta padronanza e per il controllo responsabile della riproduzione, al personale di vigilanza e di polizia municipale per una corretta gestione degli interventi; al personale addetto al servizio di cattura cani per la formazione degli stessi. Particolare attenzione sarà rivolta agli incentivi per le adozioni di cani, anche non di razza, dai rifugi sanitari e rifugi per il ricovero, attraverso la gratuità di alcuni servizi (iscrizione nell'anagrafe, sterilizzazione, cure veterinarie, vaccinazione).
Il progetto sarà inoltre supportato da un approccio innovativo. Se da un lato, infatti, si assiste ad una crescente e diffusa sensibilità verso il fenomeno del randagismo, dall'altro lato non sempre fanno riscontro pratiche politiche, decisioni amministrative ed economiche adeguate ai cambiamenti culturali, nell'ambito dell'integrazione del rapporto uomo/animale all'interno della Società. Per questo la Provincia regionale di Catania, ha deciso di puntare anche su un approccio zooantropologico, volto alla formazione di coppie cane-proprietario che si inseriscano al meglio nel tessuto sociale cittadino. «Ciò permetterebbe di agire sui primi anelli della filiera relazionale - ha spiegato il presidente Castiglione - consentendo di effettuare attività di prevenzione allo scopo di evitare la sofferenza animale e di non mettere in pericolo la vita di alcuno. L'obiettivo - ha ribadito - è quello di portare avanti un progetto che, attraverso la collaborazione di autorevoli e competenti partner, riesca a dare finalmente risposte concrete e tempestive ad un problema quanto mai attuale e che possa stabilire anche un corretto approccio tra la cittadinanza e questi animali al fine di evitare gli eccessi estremi, sia cinofili che cinofobi».
Presenti alla conferenza stampa di presentazione del progetto, avvenuto al Centro direzionale Nuovaluce, oltre al presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, alla maggior parte dei sindaci dei Comuni, gli assessori provinciali Pippo Pagano e Giovanni Bulla, il dirigente Giovanni Ferrera, l'assessore comunale all'Ambiente, Domenico Mignemi, il preside della Facoltà di medicina veterinaria di Messina, Vincenzo Chiofalo, il dott. Selvaggi in rappresentanza dell'Ordine dei medici veterinari, la dott.ssa Marino, direttore del centro zooprofilattico di Catania, il dott. Salina in rappresentanza dell'Ausl, la dott.ssa Manfrini, delegata della Sisca per la Sicilia.