La sentenza del giudice di pace secondo il quale il soccorso prestato "a un animale non può essere equiparato a quello verso una persona poiche' la legislazione non lo prevede", sarà discussa dalla seconda sezione della Suprema Corte.
Approda oggi in Cassazione il caso dell'automobilista multato per aver soccorso una gatta gravemente ferita. E' da quattro anni che C.B. si batte affinche' nell'Ordinamento italiano sia riconosciuto il soccorso non solo alle persone ma anche agli animali com'e' consuetudine in altre nazioni. Il ricorso, avverso la sentenza del giudice di pace di Foligno, che respinse la domanda dell'automobilista sulla base che il soccorso prestato "a un animale non puo' essere equiparato a quello verso una persona poiche' la legislazione non lo prevede", sara' discusso dalla seconda sezione della Suprema Corte.
I fatti risalono ad agosto del 2005, quando C.B., nelle vicinanze di un supermercato di Foligno raccolse una gattina agonizzante in una pozza di sangue e decise di portarla a Bevagna, centro vicinissimo alla citta' della Quintana, in una clinica veterinaria. Lungo il tragitto fu pero' fermato dagli agenti di una pattuglia della Polstrada che, indifferenti alla "prova" dell'animale morente, multarono l'automobilista per eccesso di velocita' (87 km/h) su una strada dove il limite era di 50 km/h: 142 euro di multa e la decurtazione di 2 punti dalla patente.
La gatta, comunque, fu salvata dai veterinari; adottata dallo stesso C.B. con il nome di 'Fortunata', mori' a dicembre del 2006, in diretta televisiva mentre era ospite di 'Festa italiana' su Rai Uno. Ma la vicenda giudiziaria e' andata avanti e Barsotti spera ora in una pronuncia della Suprema Corte che riporti giustizia, come lui chiede, "tra tutti gli esseri viventi che coabitano sotto lo stesso cielo". (AGI)