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MELAMINA IN FARINA ZOOTECNICA DALLA CINA

MELAMINA IN FARINA ZOOTECNICA DALLA CINA
C'era il composto del tipo melamina al 2,1% nel carico di 40 tonnellate di farina di riso proteica ad uso zootecnico proveniente dalla Cina, sequestrato nel novembre scorso nel porto di Ravenna. E' quanto emerso dalla analisi del servizio veterinario dell'Ausl ravennate che ha definito la percentuale come 'una delle piu' alte mai rilevate'.

C'era il composto del tipo melamina al 2,1% nel carico di 40 tonnellate di farina di riso proteica ad uso zootecnico proveniente dalla Cina, sequestrato nel novembre scorso nel porto di Ravenna. E' quanto emerso dalla analisi del servizio veterinario dell'Ausl ravennate che ha definito la percentuale come 'una delle piu' alte mai rilevate'. Ma dalle analisi commissionate a diversi istituti zooprofilattici sparsi tra Lombardia, Emilia e Lazio, sono emerse anche quantita' importanti di piombo oltre a una considerevole carica batterica.

Il carico, stivato in due container e destinato a una ditta di Milano, era stato rifiutato 72 ore prima dello sbarco per difformita' documentali. Il 13 novembre scorso la Guardia di Finanza, dopo lo sbarco della portacontainer che trasportava il carico, aveva prelevato campioni di merce e aveva proceduto per il sequestro preventivo. Il materiale sarebbe presumibilmente servito ad arricchire mangimi ad alto contenuto proteico usati per animali con buone masse muscolari (come suini e vitelloni). E il rischio, a causa della tossicita' della melamina, era proprio per le capacita' renali degli animali. Per l'uomo nessun pericolo a meno che il materiale non fosse stato usato, eludendo i controlli sanitari, nelle barrette energetiche destinate all'alimentazione sportiva.

A questo punto sono due i procedimenti avviati. Il primo, di carattere penale, e' rivolto contro ignoti e prevede verifiche in almeno tre stabilimenti di distribuzione di mangimi (uno in Lombardia e due in Emilia-Romagna) ai quali potrebbero essere arrivate in precedenza altre partite di prodotto. Le verifiche infatti, hanno permesso di stabilire che tra il settembre 2007 e il maggio 2008 alla medesima ditta di Milano sarebbero arrivate altre quattro partite analoghe per un totale di 112 tonnellate di cui l'80% convogliato all'estero e il rimanente consumato in Italia. Parallelamente, il servizio veterinario dell'Ausl di Ravenna ha attivato un sistema di allerta sanitario che attraverso il ministero compentente mira a informare i posti di frontiera nel caso di altri arrivi simili.

''Con l'allarme per la scoperta al porto di Ravenna di containers contenenti proteine di riso provenienti dalla Cina contaminate da melamina, diventa indispensabile estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per consentire scelte di acquisto consapevoli e scongiurare pericoli per la salute''. Lo afferma in una nota la Coldiretti dell' Emilia-Romagna. L' organizzazione rileva che ''il sequestro effettuato a Ravenna dimostra che i controlli funzionano, ma con il rincorrersi delle emergenze alimentari diventa sempre piu' indispensabile sostenere gli sforzi degli enti preposti al controllo, estendendo l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti, una scelta che aiuta a tutelare la sicurezza di tutti i cittadini''. ''Non comprendiamo - afferma il presidente di Coldiretti Emilia-Romagna, Mauro Tonello - perche' l'Italia, che con 1,4 milioni di tonnellate di riso e' il primo produttore europeo, debba importare prodotti di cui e' anche esportatore. E' grave che vengano importati alimenti di scarsissima qualita', a basso prezzo, che mettono a rischio la salute dei cittadini ai quali non viene peraltro resa nota l'origine''. (ANSA).