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MALATTIE EQUIDI, LA SIVE CHIEDE ACCESSO AI DATI

MALATTIE EQUIDI, LA SIVE CHIEDE ACCESSO AI DATI
Con una nota indirizzata al Ministero della Salute, la Società Italiana Veterinari per Equini ha chiesto di accedere ai dati relativi alle malattie denunciabili degli equidi. In quanto operatori di sanità animale, i medici veterinari liberi professionisti trarrebbero informazioni indispensabili all'analisi della situazione epidemiologica.

La Società Italiana Veterinari per Equini chiede per i liberi professionisti l'accesso ai dati sulle malattie denunciabili degli equidi. Riformulando una richiesta già avanzata al Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, gli ippiatri italiani richiamano l'attenzione sulle difficoltà e i rischi a cui si espongono, a causa dell'incertezza dell'interpretazione legislativa, ogni qualvolta entrano in contatto con una malattia degli equidi soggetta ad eventuale denuncia.

La nota firmata oggi dalla Presidente della SIVE Paola Gulden, ritiene "necessario e urgente rivedere l'intera materia ai fini della tutela della Sanità Animale alla luce non solo dell'analisi dei dati e dunque dei rischi delle singole malattie, ma anche delle nuove acquisizioni scientifiche e del nuovo quadro normativo europeo in essere e in divenire".

Egualmente importante definire l'elenco delle malattie degli equidi soggette a denuncia, secondo un quesito formulata a luglio dalla FNOVI per la quale la SIVE attende un riscontro ufficiale dalle autorità ministeriali.

La richiesta della SIVE si lega al proposito di "contribuire tanto alla qualificazione dei veterinari quanto alla prevenzione delle malattie con la formazione e con l'informazione, la SIVE da qualche tempo si sta adoperando nel tentativo di poter aver accesso ai dati relativi alle malattie denunciabili degli equidi attraverso i centri di referenza, al fine di renderli accessibili a tutti gli operatori del settore come previsto, non solo dal progetto SINARSA ma anche, in un prossimo futuro, come indispensabile per la realizzazione della strategia comunitaria espressa nel progetto "Una nuova strategia per la salute degli animali nell'Unione Europea (2007-2013) - prevenire è meglio che curare".

"Da questa volontà- conclude Paola Gulden- è emersa con estrema evidenza l'inaccessibilità attuale del dato e dunque l'impossibilità di una sua analisi da parte di una pluralità di operatori. A nessuno sfugge, in questo momento, ne siamo certi, la gravissima crisi del settore che necessità in tutti i settori, di interventi credibili, efficaci e condivisi".