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ATTENTI AL CANE? ECCESSIVA PREOCCUPAZIONE A LONDRA

ATTENTI AL CANE?  ECCESSIVA PREOCCUPAZIONE A LONDRA
Non esistono rischi di epidemie causate dagli animali da compagnia. Il Presidente dell'ANMVI, Carlo Scotti, smentisce su Repubblica il veterinario capo del Regno Unito: dalle pagine del Times aveva messo in guardia i connazionali dal tenere atteggiamenti troppo confidenziali con il cane di casa.

La trasmissione di virus animale-uomo, proprio come successo per la Sars o la Blu Tongue, potrebbe potenzialmente persino portare a una vera epidemia. E salmonelle, Campylobacter e il "superbatterio" Mrsa...

L'allarme è dal capo dei veterinari inglesi Fred Landeg, che dalle colonne del Times mette in guardia dal rischio di trasmissione delle malattie dagli animali domestici. Consentire al cane di dormire sul letto, e lasciarlo bazzicare la cucina, può avere conseguenze molto gravi. "Quando si guarda a nuove malattie emergenti - ha spiegato il veterinario - molte sono trasmissibili dagli animali all'uomo. Si pensi alla Sars, che proveniva dagli animali, o al virus Hendra, proveniente dai pipistrelli. Come veterinario devo invitare le persone a tenere i cani lontani dalla loro camera da letto". "La gente, ha sottolineato Landeg, deve essere consapevole che le nuove malattie possono colpire anche questi ultimi, e non solo gli animali da fattoria".

Non è dello stesso parere il Presidente dell'ANMVI, Carlo Scotti, che su Repubblica di oggi spiega che non c'è il rischio di diffusione di epidemie dagli animali domestici, "perché i nostri cani e gatti non sono serbatoio di patologie che possono trasformarsi in epidemia. Il rapporto con il proprietario è di uno a uno, non possono essere paragonati agli animali d'allevamento."

Secondo l'Università di Liverpool il 10 per cento dei cani domestici è portatore del Mrsa. La stessa ricerca fotografa una realtà giudicata preoccupante: il 42 per cento dei cani domestici dorme in cucina e il 79 per cento consuma i suoi pasti in cucina. "Chi ha in casa un animale- commenta Scotti- arriva a considerarlo quasi come un membro della famiglia" e senza negare l'esistenza di zoonosi, spesso è solo questione di "gravi mancanze delle norme igieniche". Le visite veterinarie- aggiunge il Presidente dell'ANMVI - servono anche a scoprire eventuali patologie nascoste che l'animale può trasmettere all'uomo, ne consigliamo almeno due all'anno".