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H5N1: IMPROBABILE LA MUTAZIONE DEL VIRUS

H5N1: IMPROBABILE LA MUTAZIONE DEL VIRUS
"E' improbabile la mutazione del virus in una forma più pericolosa per l'uomo". Il commissario straordinario del Governo per le emergenze zootecniche ridimensiona le dichiarazioni del medico cinese Z.Nanshan. "E' improbabile la mutazione del virus in una forma più pericolosa per l'uomo". Il commissario straordinario del Governo per le emergenze zootecniche ridimensiona le dichiarazioni del medico cinese Z.Nanshan, secondo il quale il virus dell'H5N1 potrebbe aver subito una mutazione tale da attaccare più facilmente l'organismo umano."Periodicamente siamo raggiunti da messaggi allarmistici sull' influenza aviaria e le sue conseguenze sulla salute umana, ma, almeno nei paesi industrializzati occidentali, dove sono rispettate le norme igienico -sanitarie e vengono effettuati accurati controlli veterinari sui volatili, il rischio di danni agli esseri umani è ridotto al minimo".

Così Ettore Ianì, commissario straordinario del Governo per le emergenze zootecniche, ha commentato le dichiarazioni rilasciate alla stampa cinese dal medico Zhong Nanshan, secondo il quale il virus dell'H5N1 potrebbe aver subito una mutazione tale da riuscire ad attaccare più facilmente l'organismo umano. Le possibilità di tale mutazione risiederebbero, secondo l'esperto cinese, nella circolazione simultanea del virus dell'aviaria e di quello dell'influenza umana.
Ad escludere l'esistenza di un alto livello di rischio, invece, è stato il microbiologo italiano Michele La Placa, dell'Università di Bologna, secondo il quale è estremamente raro che il virus animale e quello umano possano ricombinarsi: dovrebbe verificarsi il caso eccezionale che i due virus colpiscano contemporaneamente proprio la stessa identica cellula di un organismo, con un numero sufficiente di recettori in grado di essere infettati da entrambi.
Dall'inizio del 2008 in Cina tre persone sono morte a causa dell'influenza aviaria, dopo essere state a stretto contatto con volatili malati. Altri casi si sono verificati in Vietnam, Indonesia, Egitto, Thailandia, Azerbaijan e Turchia, fermandosi alle porte dell'Europa.

"La situazione nei Paesi europei, allo stato attuale, non desta preoccupazione ma non ci autorizza ad abbassare la guardia -afferma Ianì- Continueremo a monitorare tutti i casi a rischio e a fare prevenzione".