Il fenomeno dell’importazione irregolare dei cuccioli di animali da compagnia e dei traffici illeciti connessi a questo business è stato spesso oggetto di inchieste giornalistiche e interventi della Magistratura. Tuttavia, non si è mai arrivati a documentarne, su scala nazionale, la portata sanitaria. E’ invece possibile e necessario farlo, acquisendo dati e testimonianze che solo la professione veterinaria è in grado di produrre, alla luce dei numerosi esemplari che entrano nelle strutture, in condizioni cliniche spesso drammatiche. E’ questa la premessa di un sondaggio proposto dalla FNOVI per ottenere “la prima panoramica del problema dal punto di osservazione dei medici veterinari”. Il fenomeno, con tutte le sue problematiche sanitarie, legali e di benessere animale, è presente non solo in Italia ma anche in altri paesi europei come è emerso in occasione dell’ assemblea generale della FVE del giugno scorso, dopo che la FNOVI ha presentato questo problema nella sua relazione annuale. L’ANMVI invita i Colleghi alla partecipazione.
“I dati raccolti – dichiara la FNOVI- sono preziosi, perché indice della volontà di portare il proprio contributo, aiuteranno ad affrontare i problemi ed a trovare soluzioni condivise dalla nostra professione”.
CUCCIOLI DALL’EST, SERVONO I DATI DEI VETERINARI
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