• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295

ONAOSI, LA POSIZIONE E IL VOTO DELL’ANMVI

L’ANMVI ha votato ieri a favore della proposta di riforma della Fondazione ONAOSI, presentata dal Ministero della Salute e volta a salvaguardare l’Ente perugino. Per la veterinaria, oltre a rappresentanti di categoria della Fondazione, erano presenti anche il Presidente dell’ENPAV, il Presidente della FNOVI e il Segretario Nazionale del SIVEMP. Sull’armonizzazione della disciplina della Fondazione ONAOSI a quella degli enti di previdenza e assistenza il Presidente dell’ANMVI, Carlo Scotti, si è tuttavia riservato di commentare che “l’ Onaosi è soprattutto un ente assistenziale e la sua attività dovrebbe limitarsi a questo, perchè la previdenza è già coperta da altri Enti. Sicuramente, si può allargare l'assistenza dagli orfani agli anziani, esigenza oggi sicuramente più sentita e che potrebbe invogliare più colleghi alla adesione”. Sull’incontro dedicato al riassetto istituzionale dell’ONAOSI che si è svolto ieri al Ministero della Salute, il Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani commenta favorevolmente che per i sanitari privati “la contribuzione volontaria non si mette in discussione”, mentre prende atto del mantenimento del regime obbligatorio per i sanitari dipendenti, sebbene l’ANMVI avesse espresso una indicazione favorevole ad un regime di esclusiva contribuzione volontaria. Scotti si è detto favorevole anche ad un maggiore pluralismo e all’allargamento ad altre categorie professionali del settore sanitario, “un allargamento che potrebbe garantire e non certo penalizzare i contribuenti e gli assistiti di vecchia data”. Infine, Scotti, contribuente volontario della Fondazione, ha rinnovato l’invito ad un’azione d’intervento dell’ONAOSI sulle conseguenze della sentenza della Corte Costituzionale affinchè si disponga a “ fermare ogni azione di recupero delle quote non versate sino a quando non sarà trovata una risposta legale e normativa ai rilievi della Consulta che ha sancito la violazione di diritti costituzionalmente garanti”.