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DIRETTIVA QUALIFICHE: RECEPIMENTO IN DIFFICOLTA’

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In Commissione Igiene e Sanità del Senato, Forza Italia si asterrà sul decreto di recepimento della Direttiva Zappalà. Lo ha annunciato ieri il senatore Antonio Tomassini che ha stigmatizzato “ la scelta del Governo di non procedere ad alcuna forma di concertazione con le categorie interessate” e sottolineato “l'esistenza del rischio di un arretramento dell'Italia rispetto alle più avanzate realtà europee sul piano della qualificazione delle figure professionali dedicate al settore sanitario”. Tomassini ha fatto inoltre presente “la possibilità che, in assenza di idonei criteri di qualificazione, risulti penalizzato il servizio pubblico, essendo prevedibile che i professionisti più preparati preferiscano operare in regime di libera professione”. Perplessità ulteriori sono state sollevate dal parlamentare in merito all’ accertamento della conoscenza della lingua italiana, di formazione continua, e di garanzie effettive per la salute dell'utenza, nonché riguardo la medicina generale e la medicina veterinaria”. I dubbi espressi da Tomassini sono stati avanzati da altri gruppi parlamentari tanto che il relatore Sen Bodini ha dato la propria disponibilità ad accogliere i diversi suggerimenti espressi nel corso del dibattito. Anche a Montecitorio il decreto di recepimento non suscita entusiasmi. In Commissione Attività Produttive l’esame del provvedimento si è sovrapposto alla questione della riforma delle professioni. Maria Grazia Siliquini (AN) pur osservando che la direttiva 2005/36/CE “costituisce un momento fondamentale per le professioni europee, per la reciprocità fra i professionisti, ha posto il problema dell’individuazione di piattaforme formative comuni previste dall'articolo 15 della direttiva. “Questo Parlamento – ha detto- da poco iniziato l'iter per l'elaborazione di un testo di riforma delle professioni e pertanto molti dei punti che il recepimento della direttiva investono processi decisionali attualmente in corso”. In particolare, secondo Maria Grazia Siliquini “ occorre “scongiurare, ad esempio, una ingiusta equiparazione tra professionisti di Stati membri diversi, con titoli professionali in realtà di diverso livello formativo”. All'individuazione di piattaforme tra organismi di rappresentanza delle professioni europee, ha sottolineato, dovranno essere chiamati “solo i rappresentanti degli ordini e collegi e non anche genericamente - come si legge nell'articolo 25 - le «associazioni di categoria rappresentative sul territorio nazionale», in quanto attualmente in Parlamento stiamo ancora procedendo all'individuazione dei criteri per il loro futuro riconoscimento”.