La direzione regionale delle Entrate della Liguria ha concluso in questi giorni una prima ricognizione su siti di imprese e professionisti che sono risultati privi dell'indicazione della partita Iva. Ne dà notizia il quotidiano Fisco Oggi, realizzato dall’Agenzia delle Entrate. Chiunque è in possesso di partita Iva e dispone di un sito web deve indicarla in home page. Quest'obbligo, forse ancora poco conosciuto, è stato introdotto dall'articolo 2 del Dpr n. 404 del 5 ottobre 2001, secondo il quale la partita Iva attribuita al contribuente che ha intrapreso l'esercizio di un'impresa, arte o professione nel territorio dello Stato, resterà invariato fino al momento della cessazione dell'attività e "deve essere indicato nelle dichiarazioni, nella home-page dell'eventuale sito web e in ogni altro documento ove richiesto". Forse il sintetico riferimento che fa la norma ai siti web non è bastato a dare il giusto rilievo alla disposizione o, forse, ha dato adito a diversi spiragli interpretativi. Fatto sta che questa disposizione, come si può notare effettuando una veloce navigazione sui siti internet, è ancora oggi disattesa nonostante siano passati sei anni dalla sua entrata in vigore. Sull'argomento è intervenuta l'agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 60 del 6 maggio del 2006, la quale avvalora la necessità dell'indicazione della partita Iva . È possibile per il contribuente regolarizzare la propria posizione con il semplice aggiornamento dell'home page del proprio sito prima della constatazione di irregolarità da parte dell'Amministrazione finanziaria, evitando così di incorrere nelle sanzioni amministrative (da 258,23 a 2.065,83 euro). La partita IVA del medico veterinario è un elemento costitutivo dell’informazione sanitaria che deve essere presente nel sito Internet eventualmente attivato. L’obbligo deontologico è previsto dalla Linee Guida sulla pubblicità sanitaria messe a punto dalla FNOVI nell’aprile di quest’anno, in attuazione dell’articolo 48 del Codice Deontologico.